Il detto dice di “imparare a rinascere dalle proprie ceneri” e la Yamauba, figura mitologica giapponese, è proprio quello che ha fatto.
Da figura demoniaca a baluardo per il femminismo.
Alessia ci racconta della rinascita di questo demone donna.
Autore: Alessia Vicino
Università degli Studi di Catania – Facoltà Mediazione Linguistica e Interculturale
Titolo: Il sorriso della Yamauba: archetipi femminili e patriarcato
Di che cosa trattava la tua tesi?
La mia tesi parlava della figura mitologica giapponese della Yamauba. Si tratta di un demone donna che divora gli uomini.
In particolare, ho trattato di come questa figura demoniaca (e più in generale, la mitologia) sia stata usata, in passato, dalla cultura giapponese per denigrare la donna. In seguito, in tempi moderni, invece, l’immagine della Yamauba è stata usata come baluardo e mezzo per il femminismo e la lotta contro il patriarcato giapponese.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento perché lo sentivo molto vicino a me.
In molte parti del mondo la figura della donna è stata, e continua a essere, denigrata e sottomessa al volere dell’uomo.
Mi ha affascinato, in particolare, il fatto che il femminismo giapponese abbia saputo trasformare la Yamauba da figura femminile demoniaca a immagine positiva, che rappresentasse la sofferenza delle donne.
Difatti, nel capitolo finale ho trattato di un’opera di Oba Minako, una scrittrice femminista giapponese del Novecento, che si intitola “Il sorriso della Yamauba”. È un’opera che incornicia la sofferenza e la sottomissione di una donna, additata come Yamauba, che in realtà ha vissuto tutta la vita a compiacere gli altri e, in particolare, il marito.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il consiglio che mi sento di dare è, non solo analizzare per bene il materiale e trarne le proprie conclusioni, ma anche di essere creativi, dimostrando al contempo le proprie capacità e le competenze acquisite durante il percorso di studi.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Ho scelto una rilegatura rigida in similpelle cuoio di colore nero.
Penso sia stata una scelta molto audace, soprattutto per il colore.
Ritengo che il nero, oltre ad essere il mio colore preferito, abbia rappresentato appieno l’idea di sofferenza di cui ho parlato nella mia tesi.
La tua Laurea è servita per il tuo futuro lavorativo? Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Assolutamente sì, per entrambe le domande. Il mio obiettivo è insegnare lingue straniere, quindi questo percorso mi è stato utile ai fini dell’insegnamento.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Mi direi di non scoraggiarmi e di non prestare attenzione alle critiche negative dei colleghi. Farei capire a me stessa che sarà un percorso personale, non degli altri.
Anche Francesca analizza una caratteristica giapponese… In maniera piccante!
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