Mariarosa-Lovecchio-atuttatesi - videogiochi

Partendo dagli studi della Video Game Therapy, Mariarosa ha sviluppato la sua tesi che analizza come i videogiochi possano essere sfruttati come strumento di cura per i disturbi autistici.
Ce lo racconta nella sua Storia di Tesi.

Autore: Mariarosa Lovecchio
Università degli studi Guglielmo Marconi – Facoltà: Scienze della formazione – Corso di Scienze e tecniche psicologiche
Titolo: Videogiochi e disturbo autistico: un connubio funzionale?
Di che cosa tratta la tua tesi?

Nel mio lavoro di tesi ho voluto analizzare la relazione tra i videogiochi e il disturbo dello spettro autistico, in particolare ho voluto verificare se fosse possibile utilizzarli come uno strumento di cura.
All’estero e, di recente, anche in Italia è stata introdotta la Video Game Therapy che ha proprio lo scopo di sfruttare i videogiochi come strumento di cura in aggiunta alla psicoterapia.
Sono partita dal verificare se ci fossero degli studi che presentassero dei videogiochi e se ci fossero stati dei miglioramenti nei settori carenti dell’autismo, specialmente nell’ambito sociale e comportamentale.
Ho anche voluto parlare di Autcraft, che è un server di Minecraft in cui le persone autistiche possono giocare ed esprimersi liberamente senza sentirsi giudicati.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

I videogiochi sono sempre stati la mia passione, in comune con mio fratello, il quale era autistico.
Purtroppo è venuto a mancare due anni fa e ho scoperto solo in seguito che, grazie ai videogiochi, è riuscito a stringere diverse amicizie online. È stato da quel momento che ho cominciato a chiedermi se fosse possibile estendere questa possibilità anche ad altre persone, seguite da degli specialisti.
Io stessa anni fa ho avuto dei benefici giocando ai videogiochi e ho conosciuto delle persone speciali con cui sono in contatto ancora oggi.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

Consiglio di armarsi di molta pazienza. La tesi, specialmente la prima, richiede parecchio sforzo. Non tanto per la stesura, quanto nella comprensione delle fonti.
Se non si è ancora pratici è normale perdersi e confondersi, specie quando si lavora alla bibliografia.
Consiglio di confrontarsi con i colleghi che potranno dare manforte.
Infine, consiglio di contattare subito il relatore per definire e capire il piano d’azione.

Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?

Ho scelto una rilegatura rigida premium brillante color glicine.
Vorrei poter dare delle motivazioni filosofiche per la scelta, ma in realtà semplicemente mi piaceva un sacco il colore.

Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Assolutamente sì. La psicologia rimane ancora la mia passione e frequentare questa università in particolare mi ha permesso di conciliare studio e lavoro.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Difficilmente ascolto i consigli, probabilmente qualsiasi cosa direi alla me di quell’epoca, mi darei poco ascolto. Dire i classici “forza, ce la farai” oppure “vedrai che poi ti laurei” ma mi sembra terribilmente banale.


Anche Enrico ha trattato l’argomento dei videogiochi nella sua Storia di Tesi.
Clicca qui per leggerla.

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