Roberto-Giordano-Un-management-a-misura-d’uomo

“Non esistono organizzazioni senza Persone”.
È una delle risposte di Roberto alla nostra intervista sulla sua tesi.
Una frase breve, molto diretta e che dovrebbe fare riflettere.
Ma vi lasciamo alla lettura della sua storia di Tesi: un management a misura d’uomo.

Autore: Roberto Giordano
Università degli Studi Guglielmo Marconi – Facoltà di Scienze della Formazione – Corso in Scienze e tecniche psicologiche (L-24)
Titolo: Un management a misura d’uomo come strumento di prevenzione dei fattori di rischio psicosociale nei contesti organizzativi: Work-Related Stress, Job Burn-out e Mobbing
Di che cosa tratta la tua tesi?

Un management a misura d’uomo nasce dalla volontà di riflettere da un punto di vista psicologico su una peculiare struttura della realtà: il lavoro. Un elemento centrale nella quotidianità di ciascuno che può essere rappresentato come una medaglia a due facce: la prima raffigura il contesto privilegiato per soddisfare i propri bisogni di autorealizzazione; l’altra il luogo da cui derivano rischi psicosociali e conseguenti disagi psicologici, connessi all’incapacità del management di gestire le inestimabili risorse di cui dispone.

In merito, un rapido sguardo ai dati, evidenzia numeri allarmanti che testimoniano la significativa incidenza dei rischi psicosociali causati, o concausati, da specifici germi del contesto lavorativo.

Più specificatamente, l’elaborato rivolge la sua attenzione al benessere del lavoratore che, spesso, viene posposto ai bisogni aziendali, senza considerare le conseguenze psicologiche.

L’impetuosa corsa verso una maggiore produttività, come principio totalizzante in virtù del quale agire, dimentica la componente soggettiva più importante di chi la realizza: il fattore umano.

Un modus operandi che non solo esclude i bisogni più intimi della Persona, ma i cui esiti si materializzano in dinamiche psicopatologiche che deteriorano il valore dell’essere umano: Stress Lavoro-Correlato, Job Burn-out e Mobbing.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

Durante il mio percorso universitario ho avuto l’opportunità di incontrare diverse tipologie di studenti, da lavoratori a genitori, che sempre più frequentemente riportavano i loro disagi psicologici connessi al lavoro. Ciò mi ha fatto rendere conto di quanto questi condizionassero quasi tutti i domini della loro vita, diventando quasi una problematica totalizzante.
Infatti, l’elevata incidenza dello Stress Lavoro-Correlato, del Job Burn-out e del Mobbing suggerisce l’urgente necessità di intervenire, in primis sul modus operandi delle teste che guidano le aziende, in secundis sulle strategie gestionali.
La prevenzione è senz’altro fondamentale, ma, forse, risulterebbe più significativa una progressiva modifica degli assetti organizzativi a favore di modelli più flessibili e sensibili alle richieste interne.
Ergo, definire un management a misura d’uomo, ossia ergonomico, reattivo e sensibile al fattore umano, dovrebbe essere necessario per sopravvivere nell’attuale mercato.

Banalmente, Esopo ci insegna che la ricchezza del contadino termina con l’uccisione della gallina dalle uova d’oro. Pertanto, non bisogna dimenticare che le organizzazioni nascono per merito delle idee di persone e vivono per mezzo della forte unione collaborativa di altre. Quindi, così come si effettua la manutenzione delle macchine, è essenziale avere cura di colui che le gestisce al fine di limitare l’insorgenza di rischi psicosociali, gravi danni psicologici e garantire benessere.
Non esistono organizzazioni senza Persone.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

Tre punti per rispondere a questa domanda:

-Organizzazione: elemento essenziale, fondamentale e vincente per un lavoro ben svolto. Partendo dall’idea stabilita con il relatore, un brain-storming di ciò che caratterizza l’argomento e l’ordine gerarchico e logico in un indice provvisorio, permetterà di iniziare una ricerca più mirata. Consiglio anche di ordinare il materiale trovato in delle cartelle per ogni paragrafo di ciascun capitolo. Permetterà di creare meno caos.

-“Poco ma tutti i giorni”: la costanza in questi lavori è un elemento fondamentale. A volte lo sconforto, la confusione e il senso di angoscia superano la voglia di mettersi al computer o leggere il materiale ma, meglio un’ora al giorno piuttosto che ridursi all’ultimo momento.

-Time management: consiglio di gestire intelligentemente il tempo, stabilire delle scadenze mentali e comprensive sempre di anticipo. Giusto per evitare di non avere più tempo alla fine.

Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?

Ho scelto una rilegatura rigida in similpelle colore blu notte con le scritte argentate effetto lucido. L’obiettivo era quello di abbinare la Tesi all’abito (anch’esso della stessa tonalità di blu).

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Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Il tema della mia Tesi già suggerisce l’ambito nel quale mi piacerebbe inserirmi.
Un settore nel quale, ritengo, la psicologia sia una disciplina non ancora pienamente valorizzata.
Pertanto, non mi pento assolutamente della mia scelta e credo la riprenderei un’altra volta.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Mi direi: “Non aver paura, ti stupirai di te stesso e di quanto, talvolta, sottovaluti le tue capacità e la tua resilienza. Scoprirai tanti lati della tua personalità, sarai piacevolmente stupito dal tuo percorso e conoscerai molte persone grazie alle quali crescerai.”


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