Andrea Truzzi - Sviluppo di un Test Bench per scanner autonomi.
Storia di Tesi di Andrea Truzzi

L’innovazione tecnologica è in continua evoluzione, anche grazie al lavoro di giovani Ingegneri come Andrea Truzzi. Lo sviluppo di nuove tecnologie porta alla velocizzazione e semplificazione di alcuni processi industriali e quindi ad un notevole vantaggio per le aziende.

Autore: Andrea Truzzi
Politecnico di Milano – Scuola di Ingegneria Industriale e dell’informazione
Titolo: Development Of a Test Bench For Powertrains Of Automated Ultrasonic Weld Scanners
Di cosa tratta la tua tesi?

La mia tesi parla dello sviluppo (progettazione, realizzazione e collaudo) di un macchinario per eseguire dei test, in gergo chiamati “banchi prova“, su un particolare tipo di macchine. Queste sono degli scanner autonomi, ossia dei piccoli robot mobili (di solito usano ruote o cingolati) in grado di muoversi su superfici di qualsiasi inclinazione. Contemporaneamente grazie ai sensori integrati, essi sono in grado di di eseguire dei test su di esse. Un’applicazione può essere il monitoraggio, periodico o una tantum, delle saldature degli oleodotti o delle strutture metalliche per assicurare che siano esenti da difetti imporanti, in modo da essere adeguate rispetto agli standard di sicurezza. Mediante l’uso di un banco, un’azienda può accelerare il processo di sviluppo di uno scanner.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

La bozza iniziale dell’argomento mi é stata proposta da quello che poi é diventato il mio relatore e fin dall’inizio l’ho trovata interessante, per vari motivi. In primis la particolarità dell’ambito, la trasversalità del lavoro che tocca discipline differenti, la possibilità di “metterci del mio”, nonché la moltitudine dei possibili sviluppi.

In futuro continuerai ad approfondirlo?

Per quanto riguarda il settore specifico non saprei, in quanto abbastanza di nicchia. Il mondo dei banchi prova al contrario é comune tra le applicazioni industriali, se ne trovano esempi in svariate industrie di prodotto, quindi non é da escludere un possibile ritorno su queste tematiche.

Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?

La tesi mi é stata utile perchè mi ha insegnato a lavorare allo sviluppo di un progetto in autonomia. Risolvendo poco alla volta i vari problemi che si presentavano, inattesi oppure relativamente “distanti” per quello che riguarda il mio bagaglio di conoscenze, sono stato spinto ad apprendere nozioni aggiuntive. In ogni caso, credo che la tesi possa essere utile a chiunque a prescindere dalla futura spendibilità dell’argomento, in quanto insegna un metodo per portare a termine un lavoro esteso ed approfondito.

Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?

Dal punto di vista pratico la cosa che consiglio più di ogni altra è “essere organizzati”. Consiglio di tenere una cronologia abbastanza dettagliata del lavoro svolto (cosa sto facendo, perché, problemi, etc.), almeno a livello settimanale. Personalmente mi ha molto aiutato ogni qualvolta dovevo fare il punto della situazione e nella stesura finale. Inoltre, consiglio, al momento della stesura, di fissarsi degli obiettivi (tipicamente un numero di pagine) per ogni sessione.

Un’altra cosa che raccomanderei a tutti, ma in particolare alle lauree in facoltà scientifiche e quelle con un aspetto grafico importante, è l’uso di software per la scrittura più sofisticati del classico Word. La fatica che si spende ad apprendere uno strumento nuovo viene ampiamente ripagata dal tempo che permette di risparmiare. Io ad esempio ho usato Latex, molto diffuso nella mia facoltà già a partire dal 3-4 anno, e facendo un bilancio devo dire che è stata una scelta molto azzeccata.

Dal punto di vista personale il miglior consiglio, seppur scontato, è di “non mollare”. Durante la tesi è naturale alternare alti e bassi, da un lato bisogna sapere staccare, ma dall’altro bisogna insistere sui punti critici. Se ti senti stanco/a e senza energie, nessun problema: capita a tutti prima o poi, tipicamente nel periodo finale si è abbastanza “cotti”.

Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?

Ho studiato ingegneria meccanica. Al termine della magistrale si possiede una preparazione ad ampio spettro, in contrapposizione ad altri indirizzi che forniscono preparazioni più specialistiche. Trascurandone i limiti, il vantaggio di questa scelta è che la figura è abbastanza versatile e spendibile in diversi ambiti. Gli esempi più in linea con il percorso formativo spaziano nell’industria manifatturiera, in cui ci si può inserire praticamente in ogni step del ciclo di vita del prodotto (ricerca, progettazione, testing, produzione, distribuzione). Inoltre è un titolo utile all’impiego in studi specializzati o come consulente sia tecnico che manageriale.

Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?

Trovo sempre difficile rispondere a questa domanda, perché ho sempre seguito solo il mio corso e non ho avuto esperienza diretta delle papabili alternative. Per quanto mi riguarda, devo dire che fortunatamente il mio indirizzo mi ha molto divertito, stimolato ed interessato negli anni. Magari cambierei qualche corso, ma grosso modo è stata una scelta azzeccata.

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