Storia di Tesi di Michela Casarsa
Ecco una Storia di Tesi che profuma di favola. Ci piace l’ultima parte della nostra intervista a Michela Casarsa quindi questa volta iniziamo dal fondo… 🙂
Chi è Michela Casarsa? Una neodottoressa decisamente speciale.
Ho conseguito il titolo a 48 anni rimettendomi in gioco dopo poco meno di 30 anni dal precedente percorso scolastico e con una attività lavorativa ben impegnativa (oltre alla famiglia e altre attività di contorno). Grande è stata sicuramente la mia soddisfazione per il traguardo raggiunto pochi giorni dopo il conseguimento della laurea magistrale di mia figlia.
Mi piace pensare a queste 2 donne, già legate dalla loro vita, che possono inserire nel loro album dei ricordi le foto da neolaureate. Insieme. Dev’essere una bella avventura da vivere con la propria madre. Di questa storia di tesi ricorderò questo prima di tutto il resto. Madre e figlia unite da una tesi di laurea. Bello! Ma partiamo dal principio.
Michela si è laureata all’Università degli Studi di Roma “UNITELMA La Sapienza” nel corso di laurea in Scienze dell’Amministrazione con una tesi in Diritto del Lavoro.

Titolo: “Profili giuridici ed applicativi dello Stress Lavoro Correlato”

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Sono stata nominata membro del gruppo Stress lavoro-correlato nella mia Azienda e ho voluto approfondire l’argomento per poterlo affrontare con cognizione di causa. Dallo studio di questa materia ho potuto capire che non solo la mia azienda (pubblica) ma anche molte altre aziende italiane ed europee non sanno come affrontare queste tematiche a tutela della salute dei lavoratori.
Mi sono informata su ciò che è un gruppo stress lavoro-correlato di un’azienda ed ecco cosa ho trovato:
Lo stress da Lavoro correlato è la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste del contenuto, dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro, eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste [European Agency for Safety and Health at Work].

Come esiste uno stress, a dosi accettabili, che ha effetti positivi sul nostro organismo, consentendoci di reagire in modo efficace ed efficiente agli stimoli esterni e di innescare un’adeguata soglia di attenzione verso le esigenze dell’ambiente, un’esposizione prolungata a fattori stressogeni invece, può essere fonte di rischio per la salute dell’individuo, sia di tipo psicologico che fisico, riducendo l’efficienza sul lavoro (assenteismo, malattia, richieste di trasferimenti…).

Il processo di valutazione del rischio parte dall’identificazione delle fonti di stress nell’ambiente di lavoro, attraverso l’utilizzo di opportuni indicatori suddivisi tra quelli relativi al contesto lavorativo e quelli riconducibili invece al vero e proprio contenuto del lavoro.

Tra i primi risultano essere fonti di stress particolarmente significative gli ambiti legati a cultura e funzione organizzativa (problemi legati alla comunicazione, scarsi livelli di sostegno e assenza di obbiettivi professionali), ad ambiguità nella definizione della carriera professionale e del ruolo all’interno dell’azienda, a mancanza di autonomia relativamente alle responsabilità assegnate e a difficoltà nel gestire rapporti interpersonali sul luogo di lavoro.

Per quando riguarda invece il contenuto del lavoro, le fonti di stress possono derivare da orari di lavoro particolarmente pesanti, anche per esempio sui turni, a carichi di lavoro eccessivi, a organizzazione del lavoro inadeguata rispetto alle competenze professionali, e infine (ma non ultimo) a carenze infrastrutturali del luogo di lavoro, come ad esempio scarsa illuminazione, temperature disagevoli, scarse condizioni igieniche, spazi insufficienti.

Alcune delle categorie professionali più interessate dallo Stress Lavoro Correlato sono: personale sanitario, personale delle forze dell’ordine, operatori dei servizi sociali, insegnanti e autotrasportatori.

Cari studenti… se siete tra una di queste categorie, meglio sapere che prima o poi un po’ di stress è naturale. Ma occhio alla quantità!

Torniamo ora a Michela…

In futuro continuerai ad approfondire l’argomento della tua tesi di laurea?
Sicuramente, per svolgere al meglio il mio ruolo all’interno del gruppo di lavoro aziendale e cercare di portare nel mio piccolo dei miglioramenti nell’affrontare una tematica così difficile e soggettiva.

 

Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Di avere ben chiari i limiti entro i quali si vuole mantenere l’argomento trattato per evitare troppa dispersione di tempo.

Che dire? Mi sento un po’ meno stressata! 🙂
Vuoi contattare Michela per avere maggiori informazioni sul suo lavoro di tesi? Scrivile una email a casarsamichela@gmail.com
In bocca al lupo a Michela e alla figlia Lisa per il loro futuro!

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