Autore: Alba Modugno
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Studi Umanistici
Corso di Laurea Magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo
Titolo: Il Songwriting come Pratica di Benessere in Adolescenza
Abbiamo creato la rubrica Storie di Tesi per dare spazio ai sogni dei laureandi. Molte volte incontriamo Storie di neodottori che contengono molta razionalità. Altre volte incontriamo un vero e proprio sogno. E questa è una di quelle volte. Alba, vista nel suo profilo Instagram, sembra sin dalla prima immagine, un vulcano di passione con quei suoi occhi grandi e la chitarra che compare ogni tanto, tra un microfono e un gatto. 🙂 Leggendo le sue risposte mi ha fatto emozionare… chissà se anche le sue canzoni fanno lo stesso effetto. Eccovi le sue parole.
La mia tesi tratta di un argomento afferente alla pedagogia musicale: il songwriting come pratica di benessere in adolescenza, dunque la scrittura di canzoni come strumento attraverso il quale conoscersi – esprimersi – comunicarsi, in particolare in un’età che della costruzione dell’identità e della sua manifestazione fa il proprio principale compito di sviluppo.
Ho voluto toccare questo argomento in primis perché io stessa ho avuto modo sin dall’adolescenza di sperimentare i benefici di questa pratica creativa in termini di benessere e di crescita personale: oggi sono una cantautrice e quello di scrivere canzoni da esperimento adolescenziale è passato a consolidarsi come un vero e proprio modus vivendi/exprimendi.
Ero pertanto interessata a comprendere maggiormente le dinamiche innescate da una creatività musicale di questo tipo, in cui la conoscenza e l’espressione di sé viaggiano su due binari (quello verbale e quello sonoro). Dopo aver delineato un iter che passa anche per il concetto di intelligenza musicale e per la possibilità di una narrazione di sé in musica non necessariamente legata alla tradizionale idea di “talento calato dall’alto”, sono giunta alla conclusione che una didattica musicale laboratoriale più presente nella scuola dell’obbligo possa agevolare l’adolescente nell’acquisizione di uno strumento (in questo caso la musica) mediante il quale esprimersi e star bene, facendo per altro leva sul forte legame generalmente esistente fra ragazzi e musica.
In termini di crescita poi, riportando l’intervista a cinque cantautori, ho concluso che attraverso la produzione (seppur sperimentale) di canzoni proprie si sviluppino non solo abilità di tipo musicale, ma anche abilità intra- ed inter-personali.
In futuro, se ce ne sarà la possibilità, continuerò ad approfondire il tema: se in questa tesi ho avuto modo di sottolineare come in adolescenza il songwriting aiuti a trovarsi, mi piacerebbe studiare come in altre età e in altre condizioni (magari di sofferenza psichica) possa contribuire invece a ri-trovarsi.
Non so se mi sarà davvero utile a livello professionale, però in qualità di cantautrice questa tesi mi ha permesso di comprendere ulteriormente le potenzialità dello spazio autoanalitico che la scrittura di canzoni quotidianamente mi offre. E poi chissà, dovesse esserci la possibilità di pubblicare un libro a riguardo… beh, sarebbe proprio un bel colpo!
Stando alla mia esperienza, consiglierei ad un laureando innanzitutto di scegliere un tema di proprio interesse, perché la stesura della tesi dev’essere un bel viaggio (con le sue naturali e superabili difficoltà) e non una condanna; consiglio poi di leggere molto sull’argomento scelto, di “mangiare” quante più pubblicazioni a riguardo, in modo da interiorizzare il più possibile il tema nelle sue diverse sfumature e poi, una volta stilato un indice e cominciata la stesura, comporre un vero e proprio puzzle fatto di tutte le nozioni apprese nel periodo di raccolta del materiale, che ora vengono connesse secondo un più chiaro disegno.
Il mio corso di laurea magistrale è “Scienze della musica e dello spettacolo” (in collaborazione col Conservatorio Verdi di Milano) e non forma una figura professionale specifica: tutto sta, immagino, ad incanalarsi nel periodo post-laurea in un percorso più definito o comunque tenersi pronti ad adattarsi ad ogni strada disponibile (afferente al mondo della musica, naturalmente). Credo che la vera formazione, a questo punto, avvenga sul campo. In ogni caso, si potrebbe lavorare per l’organizzazione di eventi culturali o nello specifico musicali, ci si potrebbe inserire in ambito discografico o radiofonico, ci si potrebbe affacciare anche al mondo degli uffici stampa per artisti, entrare in enti teatrali, eccetera… in sostanza, ricoprire un po’ tutte quelle figure che ruotano attorno al mondo dello spettacolo. E, certamente, insegnare musica anche nel settore pubblico (tra scuole medie e licei musicali).
Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
È una bella domanda: tendo a non voler mai rinnegare fino in fondo tutto ciò che stato e a provare gratitudine nei confronti di tutto quello che raccolgo. Pertanto rispondo di sì: sceglierei ancora il corso che ho frequentato, nonostante tutto, perché tutto sommato è stata una bella esperienza di due anni. Una cosa cambierei, ma temo sia una caratteristica di tutte le facoltà in Italia: affiancherei alla teoria un bel po’ di pratica. Questo fatto di rimandare la formazione vera e propria ai tirocini o lavoretti post-laurea lo trovo un po’ (un po’ tanto) disagevole. Ma questa è un’altra storia. Nel frattempo penso positivo, invio CV come se non ci fosse un domani e apro le braccia a quel che verrà! Voi, se potete, incrociate le dita per la mia musica e per il mio parallelo sogno “spettacolare” (cercherò di far esperienza nel settore radio-televisivo/cinematografico). Un abbraccio, Alba!
In bocca al lupo Alba da parte di tutti noi di Atuttatesi e Tesi24! Avanti tutta e buona diffusione CV.
Vuoi contattare Alba? Clicca qui