Lo screening del colon-retto è un elemento cruciale nella prevenzione dei tumori intestinali, una delle principali cause di mortalità nel mondo.
Tuttavia, nonostante l’importanza di questa pratica, vi è una significativa resistenza da parte degli italiani nel partecipare a questo tipo di screening.
Esplorare le ragioni dietro a questa mancanza di adesione è fondamentale per migliorare l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione e promuovere una migliore salute pubblica.
Giulia affronta l’argomento attraverso le motivazioni e i pareri degli infermieri.
Autore: Giulia Meda
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Corso di Infermieristica
Titolo: La percezione infermieristica riguardo l’adesione per il tumore al colon-retto con particolare attenzione all’ottica di genere
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi ha esplorato le motivazioni degli infermieri dell’area endoscopica di due ospedali dell’Ovest Milanese riguardo all’adesione allo screening per il tumore del colon-retto, identificando i fattori che facilitano o ostacolano la partecipazione della popolazione.
Arrivando a sottolineare come, nonostante l’efficacia dimostrata dello screening nel ridurre la mortalità e l’incidenza del tumore al colon-retto, l’adesione da parte della popolazione rimane limitata.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento perché il tumore del colon retto a oggi rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati nel mondo. In Italia si posiziona al secondo posto nel sesso femminile dopo il tumore della mammella, e al terzo posto nell’uomo dopo il tumore della prostata e del polmone.
Il tumore colon-rettale è quindi una patologia diffusissima, spesso molto più di quel che si possa pensare. È utile capire che la prevenzione è un’arma molto potente, sia attraverso uno stile di vita sano, sia attraverso lo screening.
Ma, nonostante questo strumento sia gratuito e validissimo, purtroppo solo il 40% della popolazione italiana a oggi ne usufruisce.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il mio consiglio è quello di scegliere un argomento che stia a cuore e che susciti delle emozioni. La stesura della tesi può essere un percorso molto lungo e di ricerca, ma se si ha la motivazione dalla propria parte tutto risulta più semplice e interessante!
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Per la rilegatura della mia tesi ho scelto una rigida in similpelle lucida Blu Notte perché il Blu è il mio colore preferito e mi ricorda il ramo della medicina. Ho scelto il similpelle perché mi piace il materiale al tatto e volevo una rilegatura classica.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Sì, sceglierei altre mille volte il mio corso di Laurea.
Mi ero già laureata in Mediazione Linguistica ma a fine percorso ho capito che però non era quello che realmente volevo fare nella vita, quindi ho deciso di mettermi in gioco di nuovo.
A oggi ho capito di aver fatto bene a intraprendere una nuova strada perché finalmente sono contenta di ciò che faccio e lo faccio con passione.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Se tornassi al primo giorno di università il consiglio che darei alla “me dell’epoca” è semplicemente quello di godersi il percorso!
E se Giulia ci parla di prevenzione tumorale, Antonella ci parla di assistenza sia per il malato tumorale che per i suoi familiari. Clicca qui.