Questa Storia di Tesi è una di quelle per gli “addetti ai lavori”. Michela Rota individua la risonanza magnetica come strumento oggettivo per la diagnosi e il monitoraggio della distrofia di Becker. Anche se forse questi argomenti non sono il vostro pane quotidiano… Sarete tutti d’accordo con noi: ogni passo della ricerca per migliorare la salute del prossimo è un successo per tutti!
Autore: Michela Rota
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Medicina e Chirurgia
Titolo: La Risonanza Magnetica Muscolo Scheletrica nello Studio delle Miopatie: Applicazione di Tecniche Avanzate per la Valutazione della Integrità delle Fibre Muscolari e della Infiltrazione Fibroadiposa nella Distrofia di Becker
Di cosa tratta la tua tesi?
L’obiettivo della mia tesi è stato quello di valutare sequenze avanzate di risonanza magnetica, come metodo oggettivo e indipendente dall’operatore, nella valutazione dell’integrità delle fibre muscolari e dell’infiltrazione fibroadiposa nella distrofia di Becker.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento perché ad oggi i metodi per la diagnosi e il monitoraggio della progressione di questa forma rara di distrofia sono ad oggi operatore-dipendenti. (Si tratta di una forma allelica della distrofia di Duchenne, più lieve, in cui c’è produzione alterata e/o ridotta della proteina distrofina necessaria alle fibre muscolari per contrarsi). Questi metodi consistono in esami ematici e delle urine, biopsia muscolare, elettromiografia, Test genetici, valutazione della funzione motoria secondo scale standardizzate.
Presso IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico abbiamo voluto valutare due tecniche avanzate di risonanza magnetica, in modo da poter studiare sia la malattia che gli effetti di trial farmacologici.
La prima tecnica utilizzata è stata la sequenza DTI, sensibile alla diffusione delle molecole di acqua nelle fibre muscolari. Tale tecnica permette di calcolare 4 valori di diffusione tramite i quali è possibile valutare la loro integrità. Inoltre, dai dati iniziali è possibile estrarre immagini di trattografia, mappe colorimetriche che permettono la visualizzazione dell’orientamento delle fibre.
La seconda tecnica è stata la DIXON, che permette di ottenere immagini di risonanza in cui è visibile o solo l’acqua o solo il grasso. Da queste si ottiene la mappa Far Fraction per valutare l’infiltrazione fibroadiposa.
Abbiamo mostrato la fattibilità, oggettività e indipendenza dall’operatore di queste sequenze. Inoltre, abbiamo evidenziato la possibilità di contribuire alla caratterizzazione completa del pattern di selettività di questa distrofia, la possibilità di valutare l’infiltrazione fibroadiposa e l’integrità delle fibre muscolari, la capacità di mostrare l’efficacia di trial farmacologici.
L’argomento mi sta particolarmente a cuore perché le persone affette da questo tipo di malattia sono consapevoli del loro stato di salute e ad oggi purtroppo non esistono ancora metodi di trattamento.
Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Grazie a questo progetto ho imparato molto su tecniche particolari di risonanza magnetica, che possono sicuramente essermi utili in un futuro lavorativo.
Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il mio cdl “Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia” alla Statale di Milano forma professionisti tecnici sanitari di radiologia medica. Si tratta quindi di un lavoro a stretto contatto con i malati. Grazie a questo cdl ho imparato a relazionarmi, comprendere ed ascoltare gli altri grazie all’esperienza di tirocinio e lo rifarei altre mille volte.

Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Un consiglio che posso dare a chi deve affrontare un progetto di tesi è quello di scegliere un argomento che gli sta a cuore. In questo modo potrà svolgerlo con passione, impegno e dedizione!