Dopo un periodo artistico in cui venivano esaltati i grandi personaggi storici e i paesaggi mozzafiato, la Pop Art si è distinta per la sua capacità di rappresentare le banali verità della vita quotidiana.
Siamo nella metà degli anni ’50, in una società molto diversa rispetto a quella che conosciamo oggi.
Claudia, nella sua tesi, mette a confronto proprio queste due società tramite le opere e gli artisti che le caratterizzano.
Autore: Claudia Burberi
Università Accademia Italiana di Firenze – Facoltà di Fashion Design – Corso di Fashion Design
Titolo: ALTERNATIVE SOCIETY – Analisi della società odierna tramite la metodologia della Pop Art
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi cerca di analizzare la società odierna mettendola a confronto con quella del passato.
Per fare ciò, sono partita dalla Pop Art, un movimento artistico nato verso la metà degli anni Cinquanta in Inghilterra e che poi si è sviluppato in America e nel resto dell’Europa.
Proprio grazie all’arte, alle opere e agli artisti che le hanno ideate, sono riuscita a mettere a confronto le due società, cercando punti di similitudine e anche di disuguaglianza.
Ho analizzato poi, in un secondo momento, tramite un questionario, gli individui che rappresentano la società del giorno d’oggi.
Questo mi ha permesso di capire come la mentalità comune e anche le abitudini di vita quotidiana siano cambiate col passare del tempo.
Infine, ho portato avanti una critica ad alcuni aspetti della società odierna mentre ne ho esaltati altri, sempre sulla base di un confronto con la società del passato.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento perché sono sempre stata interessata e attratta dalla Pop Art. Mi sono sempre domandata come fosse la società degli anni Cinquanta e quali fossero i pensieri delle persone che vivevano in quei giorni.
Per scrivere la mia tesi ho letto molti libri, i quali mi hanno permesso di approfondire i pensieri degli artisti, le loro vite e il perché di certe azioni.
Possiamo dire, in poche parole, che ho conosciuto la società degli anni Cinquanta sotto diversi punti di vista.
Tutto questo è stato poi messo a confronto con artisti moderni e, in seguito, con le persone che vivono al giorno d’oggi.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Consiglio di leggere il più possibile, di documentarsi su tutto e di non abbattersi se, almeno all’inizio, le informazioni non sono così tante come si avrebbe sperato.
In tal caso, consiglio di provare a cercare in tutte le lingue possibili, qualcosa prima o poi spunterà fuori.
Per ultimo, mi sento di dire di non scoraggiarsi mai, nonostante i “momenti no” e di difficoltà nella stesura.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Non è stato facile scegliere tra tutte le proposte ma alla fine ho optato per una rilegatura rigida naturale perché volevo una tesi semplice ma d’effetto.
Le rifiniture che ricordano le venature naturali del legno, unite al colore della tesi Pino Blu, mi hanno convinta al 100%.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Si, sceglierei senza dubbio Fashion Design.
Sono soddisfatta sia di quello che ho imparato nel corso degli anni ma anche delle persone che ho avuto occasione di conoscere.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Ricordo il primo giorno come se fosse ieri: ero in contesto totalmente nuovo e non conoscevo nessuno, quindi che fossi in ansia è dir poco.
Il consiglio che mi darei sarebbe quello di non avere paura, di osare e di buttarsi di più, sia in ambito scolastico che con le persone conosciute durante il percorso.
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