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Oggi parliamo della tesi di Master di Jessica Bodini, dal titolo “Is Italian Agglomeration an Attractive Factor for Japanese FDI? Study on Competitive Advantages and Japanese FDI in the EU”, scritta per l’Università di Sheffield, Facoltà di Scienze Sociali.

Tesi di Master sul Giappone

Jessica ha realizzato un lavoro dedicato alle connessioni tra Italia e Giappone dal punto di vista industriale partendo da una domanda particolare: quali sono i settori italiani su cui investono le aziende giapponesi?

Il suo studio si è soffermato sugli investimenti che i distretti industriali italiani – un modello che ha ispirato il mondo intero – possono intercettare.

La tesi comprende un confronto tra il trend generico degli IDE nei principali paesi dell’UE che ricevono investimenti giapponesi e l’Italia. Il Belpaese non è storicamente una delle mete preferite dagli investitori giapponesi, che preferiscono altri paesi (Germania, Inghilterra, Francia per esempio). Ma a partire dal 2010, sottolinea Jessica, «C’è stata un’inversione di tendenza. Gli investimenti dal Giappone verso l’Italia sono aumentati anche quando negli altri paesi diminuivano: grazie a questa crescita negli ultimi anni abbiamo superato la Spagna nella capacità di attrarre capitali giapponesi».

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Tokyo giappone investimenti

Come mai l’Italia, a parte il recente miglioramento, si rivela poco attrattiva per le aziende nipponiche? Jessica nella sua tesi risponde a questa domanda, sottolineando che «L’Italia è indietro su tutto, tranne su un aspetto: lo sviluppo dell’agglomerazione industriale, in cui eccelliamo (nel periodo analizzato non siamo mai andati sotto il 3° posto, secondo il Global Competitiveness Report)».

Attraverso questa tesi è stato possibile evidenziare come le aziende giapponesi stiano iniziando a investire con più fiducia in Italia proprio grazie all’esistenza dei distretti industriali, privilegiando i settori tessile e meccanica.

Le economie di questi 2 paesi, sottolinea, «Presentano similitudini interessanti: sono due tra i paesi con il tasso più alto di piccole e medie aziende, intorno al 90%, hanno entrambi un’età media della popolazione molto alta e sono culturalmente complementari; in più, i giapponesi hanno una grande ammirazione verso quello che è italiano o prodotto in Italia».

Cosa fare dopo il Master

Jessica vorrebbe approfondire il suo lavoro con un dottorato o iniziare ad aiutare le aziende italiane che vogliono collaborare con quelle giapponesi, partendo dalle conoscenze sviluppate grazie alla tesi.

Nel frattempo ha iniziato a lavorare a Londra, migliorando anche l’uso della lingua inglese.

Perché Tesi24

Jessica ha scelto Tesi24 per ben due volte: la prima per la laurea triennale, la seconda per il Master. Ha conosciuto il servizio sul web due anni fa, mentre cercava una soluzione per stampare la tesi che fosse più economica rispetto alla copisteria tradizionale. «Il servizio mi è sembrato affidabile e non sono rimasta delusa, tanto che l’ho scelta ancora 2 anni dopo e consigliata agli amici».

Grazie a Jessica per aver scelto Tesi24 e in bocca al lupo per il futuro!

Fonte immagine.

Seguite le altre storie dedicate alla tesi di laurea nella rubrica Storie di Tesi. Ad esempio, sapete che Matteo è partito dalla sua tesi per creare una startup da 1 milione di euro?

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