Pier Paolo Pasolini può essere considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX Secolo. Artista versatile e figura a tratti controversa per l’epoca (oltre che per un pensiero considerato radicale, anche per la sua omosessualità), lascia una vastissima produzione letteraria, cinematografica, poetica e teatrale. Giulia Uderzo, con la sua tesi di laurea, analizza l’omosessualità nei personaggi letterari e cinematografici da lui creati.
Autore: Giulia Uderzo
Università degli Studi dell’Insubria – Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate
Titolo: L’omosessualità nei Personaggi di Pier Paolo Pasolini
Di cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi tratta dell’omosessualità nei personaggi letterari e cinematografici di Pier Paolo Pasolini. Ho analizzato la rappresentazione di un diverso orientamento sessuale dalle sue prime opere (anche inedite) fino alle sue opere più mature.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho voluto toccare questo argomento perché Pier Paolo Pasolini mi ha sempre affascinato come scrittore, regista, poeta e giornalista. Una sorta di attrazione fatale per questo intellettuale. Mi sono quindi chiesta come avesse vissuto la sua condizione di diversità in quell’epoca e come l’avesse trasposta nelle sue opere. Egli era infatti omosessuale. La conclusione della mia tesi verte sul fatto che il suo pensiero fu così civile e a protezione delle pluralità, che ad oggi non è stato ancora capito del tutto.
In futuro continuerai ad approfondirlo?
Certamente, in futuro vorrei continuare ad approfondirlo perché credo che studiare il pensiero di Pasolini possa sempre portare a qualcosa di nuovo.
Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Lo spero, infatti vorrei entrare nel campo dell’editoria. Diciamo che non credo possa aiutarmi l’argomento in sé, ma mi auguro che possa portarmi fortuna 😃.
Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il mio consiglio è di scegliere un argomento che appassioni e non uno imposto dal proprio relatore. Poi se proprio non fosse possibile sviluppare l’argomento scelto perché troppo difficile o troppo vasto, si potrebbe trovare un compromesso con il professore. Solo in questo modo la ricerca non sarà noiosa, anzi diventerà divertente e creativa.
Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il mio corso di laurea triennale in scienze della comunicazione (CLASSE L20) forma addetti all’ufficio stampa, ti permette di avere un’infarinatura per il campo giornalistico – che poi sarebbe meglio approfondire con un corso magistrale – e infine può anche darti le competenze per l’organizzazione di eventi.
Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
Devo essere onesta, questa non era la mia prima scelta: all’inizio ho tentato di entrare alla facoltà di psicologia. Però, affermo con convinzione che rifarei il mio corso di laurea perché mi ha dato un bagaglio di conoscenze importanti e mi ha anche fatto diventare la persona che sono oggi, nel bene o nel male.