È un argomento molto delicato quello scelto da Elena per il suo elaborato di tesi.
Essa stessa lo definisce complicato e spaventoso.
Ha infatti deciso di affrontare la morte perinatale, con la successiva predisposizione di uno strumento per elaborare il lutto.
Autore: Elena Baroni
Università degli Studi di Ferrara – Dipartimento di Scienze Mediche – Corso di laurea in infermieristica (abilitante alla professione sanitaria di Infermiere)
Titolo: Morte Perinatale: elaborazione di uno strumento di gestione efficace del percorso terapeutico
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi definisce il concetto di morte perinatale (decessi che avvengono dalla 28a settimana di gravidanza al 28o giorno di vita).
Ho riportato un confronto sui dati epidemiologici sia rispetto al contesto globale che internazionale, accennando anche alle principali cause e fattori di rischio.
Attraverso un approccio qualitativo, ho condotto una revisione della letteratura che mira a comprendere l’impatto dell’evento sulla società in termini di costi tangibili (monetari) e intangibili (psicosociali).
Ho esplorato l’opinione di famiglie e del personale sanitario circa l’assistenza, rispettivamente, ricevuta e offerta.
Inoltre, vengono descritte le tappe del percorso di assistenza dalla diagnosi e comunicazione alla famiglia fino alla dimissione e follow-up.
Alla fine di questo lavoro è stato sviluppato uno strumento rappresentato da un allegato inserito nella procedura aziendale sulla gestione della morte endouterina fetale.
In questo documento viene presentata la memory box (ovvero una scatola dei ricordi) che contiene i ricordi del bambino. Oltre a darne una definizione nell’allegato viene anche descritto lo scopo della scatola, il campo di applicazione, la modalità di applicazione e il contenuto.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Credo che questo argomento sia tanto complesso quanto spaventoso. Parlare di morte, soprattutto di essere umani così piccoli, è molto impegnativo emotivamente. Tuttavia si tratta di un argomento ancora molto poco trattato. Per le stime internazionali e nazionali, l’OMS lo definisce un vero e proprio problema di salute pubblica.
L’obiettivo è quindi quello di offrire uno strumento concreto utile sia per i sanitari coinvolti nell’assistenza, sia per le famiglie colpite dal lutto.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Scegliere innanzitutto un argomento che appassioni e a cui faccia piacere dedicarci tanto tempo.
Consiglio poi di partire in largo anticipo con la stesura, per essere certi di avere il giusto tempo a disposizione per effettuare quante più ricerche sul tema.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Per la mia tesi ho scelto diverse rilegature:
Velluto Rosso con stampa Oro Metallizzato. L’ho scelta per la proclamazione perché il rosso è il colore delle professioni sanitarie, e poi, a mio parere, perché è un colore deciso ma non pacchiano.
Brillante Bianco Perla con stampa Oro Metallizzato. Mi piaceva molto ed ero indecisa rispetto alla prima, volevo avere una copia in più e quindi ho scelto questa anche se poi la scelta per la proclamazione è stata appunto la prima.
Brillante Bianco Perla con stampa Nero Opaco. Per tutte le persone che mi hanno chiesto una copia ho scelto questa rilegatura in modo che tutti l’avessero uguale e non ci fossero differenze. Bianco è un colore che sta sempre bene in ogni ambiente e non stanca mai, sicuramente poteva piacere a tutti.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Il corso di laurea assolutamente sì, amo il lavoro che faccio e le immense soddisfazioni che mi dà. Sicuramente però lo rifrequenterei in un’altra Università.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
“Cara Elena, stai tranquilla. Prima o poi arriverai alla fine, non è una corsa, hai i tuoi tempi e il tuo passo. La vita non ruota intorno all’università, le priorità possono essere molteplici e gli ostacoli altrettanti. Respira e vedrai che ce la farai.”
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