Moda e comunicazione digitale: un’analisi del caso A-more.
Il “Fashion” è un settore che ha sempre qualcosa da dire, e ama cambiare forma, stile, e interlocutori. Soffermandosi sul caso italiano di A-more, un piccolo business che si occupa di abbigliamento, Maria Sole ha studiato l’evoluzione della comunicazione pubblicitaria in ambito moda.
Autore Maria Sole Bravi
Università La Sapienza, Università di Roma
Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione
Titolo “La moda e la comunicazione digitale: analisi del caso A-More”
Di cosa tratta la tua tesi?
Il mio elaborato indaga i punti salienti dell’evoluzione pubblicitaria nel settore moda, analizzando come caso specifico uno small business italiano chiamato A-More.
Perché hai scelto questo argomento?
Ho scelto questo argomento perché trovo affascinanti le modalità e le dinamiche attraverso cui la pubblicità si è evoluta nel corso del tempo: da una strategia volta a influenzare i consumatori, si è gradualmente passati a una strategia influenzata dai consumatori stessi.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il consiglio che mi sento di dare è quello di non scegliere un tema troppo ampio o generico per la stesura della propria tesi. Molto meglio focalizzarsi su un argomento più ristretto e puntuale, o sull’analisi di un caso specifico. In questo modo potrai facilmente creare un indice “a piramide” (riducendo il rischio di digressioni poco inerenti) e conferire una solida struttura al tuo elaborato.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Ho scelto un’Incisa Tinta Unita Beige con stampa Oro Metallizzato per la discussione, e una Setosa Rosso Rubino con stampa Argento Metallizzato per la proclamazione. Due date diverse, due outfit diversi, due copertine diverse!
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Con il senno di poi frequenterei probabilmente un altro corso (sempre della stessa facoltà e della stessa Università), ma sono comunque molto soddisfatta della scelta che ho fatto, in quanto ho acquisito più competenze di quanto mi aspettassi.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Non correre! Durante la triennale l’obiettivo più “stringente” era quello di finire l’università il prima possibile, motivo per cui è capitato più volte che accettassi dei voti non proprio all’altezza delle mie aspettative. Oggi forse mi concederei più tempo, magari rifiutando qualche 18 e concedendomi delle soddisfazioni in più. Ma a prescindere da tutto sono molto contenta di come siano andate le cose: sbagliando si impara, e io ringrazio i miei errori per avermi portata fino a qui, soddisfatta, con un metodo di studio ormai interiorizzato e con un’ottima consapevolezza di quali sono le mie capacità e di dove posso arrivare.
Vorresti saperne di più sull’argomento? Scrivici una mail 🙂
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