È ormai passato un po’ di tempo dalla sua laurea magistrale, chissà cosa starà facendo ora Miriam… ci piace immaginarla in giro per il mondo, immersa sognante in grandi biblioteche tra milioni di libri, piacevolmente coinvolta in conversazioni poliglotte… oppure sarà semplicemente seduta sul divano di casa sua e la sua passione per i libri sicuramente le starà facendo fare viaggi bellissimi….
Ecco la sua Storia di Tesi
Autore: Miriam Madeo
Univerisità degli Studi di Bergamo – Dipartimento di Lingue, Letterature Straniere e Comunicazione
Titolo: “L’écriture au miroir: André Gide et Tanguy Viel”
La mia tesi analizza la tecnica narrativa della mise en abyme. In particolar modo mi sono concentrata sull’opera dello scrittore francese André Gide, al quale si deve l’invenzione di questa espressione. Nella parte finale ho analizzato invece il romanzo “Paris- Brest” di Tanguy Viel, un autore contemporaneo, per mostrare quanto sia ancora attuale la mise en abyme e allo stesso tempo anche la genialità di Gide, al quale Viel fa molti riferimenti.
*Una piccola curiosità… non essendo informata sull’argomento leggendo questa storia di tesi di Miriam mi sono fatta una cultura ma la cosa più dolce che ho scoperto è che il Paris-Brest, oltre ad essere il titolo del romanzo di Viel, è un dolce francese dall’aspetto quantomeno succulento creato per commemorare una gara ciclistica (e in clima di Giro d’Italia mi ha fatto piacere pensare alla creatività umana!). Chissà se l’autore ne ha mangiato qualcuno mentre partoriva il suo romanzo…
Ho voluto approfondire questo argomento perchè la mise en abyme mi affascina moltissimo. Il mio interesse é nato leggendo il romanzo di Gide “Les faux-monnayeurs”, tradotto in italiano col titolo “I falsari”. In questo romanzo Gide infatti utilizza un gioco vertiginoso di mises en abyme, incastrate l’una dentro l’altra, per mostrare il dietro le quinte del romanzo. In effetti una delle funzioni principali di questa tecnica narrativa é proprio questa: mostra il processo di creazione dell’opera stessa, mettendo a nudo l’essenza del romanzo e del romanziere. Trovando molti riferimenti a Gide in un romanzo del 2009 di Tanguy Viel ho dedotto che la mise en abyme resta uno strumento di profonda attualità e modernità, così come mostra anche il cinema. In effetti tantissimi film presentano la medesima tecnica; basti pensare a “Essere John Malkovich” oppure “M. Butterfly” di Cronenberg.
Scrivere la mia tesi ha richiesto mesi di ricerche e di approfondimenti personali. É stato un viaggio lungo, faticoso ma anche molto interessante e sono molto soddisfatta del risultato. […]
Un consiglio che mi sento di dare ad un collega laureando é…di non disperare!!! Iniziare a scrivere una tesi, soprattutto di una laurea magistrale, é impegnativo e molto difficile. A volte si può avere la tentazione di gettare la spugna ma mai farlo!
Mi sono laureata in Lingue e letterature straniere europee e panamericane, dunque una facoltà prettamente umanistica, incentrata sulla lingua e sulla letteratura. Questa facoltà é inoltre abilitante all’insegnamento delle lingue di specializzazione, nel mio caso francese e inglese. Dunque questa facoltà forma principalmente insegnanti e traduttori (facciamo molti esami di traduzione, sia orale che scritta). Inoltre é possibile lavorare anche nel mondo del turismo.
Sceglierei di nuovo questo corso di laurea. Scegliendolo ho seguito la mia inclinazione; sono sempre stata “un topo di biblioteca” e studiare, leggere e scrivere sono da sempre le mie passioni. Inoltre ho avuto sempre uno spiccato interesse per le lingue straniere; questo corso di laurea mi ha dunque permesso di fare moltissima pratica linguistica, sia scritta che orale. Nel corso degli anni ho avuto la possibilità di mettermi alla prova dal punto di vista lavorativo e l’aver ottenuto dei successi mi ha convinta sempre più di aver fatto la scelta giusta per me.
Un caloroso grazie a Miriam per il tempo che ci ha dedicato… MAI MOLLARE Miriam, hai proprio ragione!
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