Libreria Limerick a Padova. Storia di Tesi di Alessandro Polloni

Questa Storia di Tesi parla di libreria, di libri, di bottega, di un modo nuovo di avere a che fare con la cultura, di diventare un punto di riferimento per un quartiere, di una bottega che diventa luogo di incontro. E soprattutto ci parla di sogni.

Le risposte di Alessandro, che ci ha raccontato con intensità e partecipazione qualche piccola cosa legata al suo lavoro di tesi, ci hanno migliorato la giornata! La sua voglia di fare, di creare, di trovare il proprio spazio con fantasia e passione fa crescere le speranze in questo mondo in cui ovunque si legge del fatto che i giovani di oggi sono senza futuro, insoddisfatti, disillusi… Alessandro fa venir voglia di avvicinarsi alla libreria Limerick, di farci un giro per vedere cosa hanno creato le due giovani amiche, che aria si respira in mezzo ai loro libri.

Autore: Alessandro Polloni

Università Ca’ Foscari di Venezia
Corso di laurea in Conservazione e Gestione dei Beni delle Attività Culturali

Titolo: Rigenerazione urbana ed editoria: la libreria Limerick nel quartiere Arcella di Padova.

1) Di cosa tratta la tua tesi?
La tesi tratta di rigenerazione urbana ed editoria. Analizza il caso della libreria indipendente Limerick di Padova, nata nel 2015 in un quartiere problematico come Arcella, grazie al sogno e alla passione di due amiche.

*Leggi qui brevemente “Cos’è una libreria indipendente”?

2) Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento perchè cercavo un caso interessante nell’ambito dell’economia della cultura (è una tesi di Management, la mia relatrice mi ha dato la possibilità di fare questo lavoro dopo i laboratori di autoimprenditorialità e il suo corso che ho seguito). Cercavo un caso locale, che potesse essere uno stimolo per gli altri, oltre che per me.
Le conclusioni riguardano il libro cartaceo, non più un semplice prodotto culturale, ma un vero e proprio strumento attorno al quale si può costruire un processo di relazioni sociali e attività commerciali. Fondamentali sono le risorse umane in un settore, quello dell’editoria, ancora in crisi, nonostante l’ebook. Multinazionali e realtà locali possono entrare in relazione, traendo giovamento reciproco per una conseguente crescita economica dell’area urbana. Non da ultimo è fondamentale leggere e farne capire ai cittadini il valore, puntando sui giovani (troppo passivi di fronte alle immagini e ai video sugli smartphone).

3) In futuro continuerai ad approfondirlo?
Non mi reputo un accademico, sono infatti un cantautore. Sto organizzando un tour in altre librerie indipendenti d’Italia. Con sorpresa e piacere ne sto scoprendo altre (lo scorso mese ne sono state inaugurate tre in un’altra realtà urbana complessa com’è oggi Venezia).

4) Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Credo di aver già risposto. Il sogno è una nuova etichetta indipendente, che prenda spunto proprio dalle piccole realtà libraie che si stanno sviluppando. Mi auguro che l’intelligenza artificiale non metta a repentaglio il commercio locale, che vive grazie ai contatti umani faccia a faccia.

5) Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?

Di iniziare da subito a pensarci. Bisogna già iniziare a vedere il traguardo e piano piano mettere a fuoco. “Alzare le antenne” quando scopriamo un corso che ci piace, scambiare opinioni con compagni e soprattutto fare domande a quel docente con il quale potremo avere un feeling accademico. Non esporsi se non si è sicuri (nessuno ha voglia di perdere tempo) e farsi tante mappe concettuali, partendo da un caso specifico o da un tema che ci motiva. Concordata poi la bibliografia con un relatore, scrivere la tesi diventerà piacevole.

6) Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Un esperto delle arti performative che può lavorare in tutti gli ambiti culturali o in ciò che riguarda la comunicazione. Oggi chi si occupa di arte interagisce con ogni tipo di organo imprenditoriale. La domanda posta è datata, soprattutto per quanto riguarda il campo umanistico oggi. Ci sono percorsi di laurea più tecnici (come l’ingegneria, la medicina…) che ancora formano una figura professionale piuttosto specifica. L’università in generale non sta reggendo i tempi delle trasformazioni tecnologiche: il percorso professionale se lo crea ogni singolo studente mediante esperienze fuori e dentro l’istituto.

7) Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
Assolutamente sì, anche se ci vuole tempo per capire cosa fa esattamente al caso di ognuno. Suggerisco di fare altro se non si hanno le idee chiare, anche prendersi un anno sabbatico per viaggiare. Dopo un primo anno al DAMS di Bologna mi sono iscritto a Lettere Moderne a Venezia. Ho interrotto per andare a lavorare (facendo quasi 3 anni in Inghilterra). Ho ripreso a 30 anni perchè ne ho avuto la possibilità, vedendo l’università crescere, attiva nella ricerca di nuove soluzioni per il territorio. Il corso unisce le Discipline Artistiche all’interno del percorso di Conservazione dei Beni Culturali (grazie al progetto Erasmus sono anche tornato in UK 6 mesi a studiare). Spero che a Ca’ Foscari si possa studiare e sperimentare più musica e che le attività di ricerca vengano integrate all’interno del percorso di studi, come già fanno molte università all’estero

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Ad Alessandro auguriamo che la sua etichetta indipendente possa diventare presto un esperimento reale. Tentare di fare qualcosa nel mondo è sempre positivo, comunque vada 🙂

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