Questa Storia di Tesi profuma di arte e di vita. Poi vedo la fotografia dell’autrice che sprigiona gioia di vivere e poi vedo il titolo della sua tesi… e tutto torna! 🙂
“La gioia di vivere”, oltre ad essere il titolo dell’opera di Remo Bianco, oggetto del restauro trattato da Gloria per la sua tesi, è una delle caratteristiche che gli universitari e gli studenti in genere non dovrebbero perdere mai! Sì perchè è la gioia di vivere dei giovani che porta avanti il mondo, che lo fa crescere, che ci spinge sempre più lontano. E non dovremmo dimenticarcelo! Quando siamo con i nostri cellulari accesi, immersi in qualche conversazione what’s app o con la testa in mille pensieri alla ricerca della nostra identità… ecco proprio in quei momenti dovremmo staccarci un attimo e dare un’occhiata a tutta l’arte che ci circonda. E l’arte è in ogni cosa. A volte bisogna sistemarla (come fa Gloria nel suo lavoro), aggiustarla, rinnovarla… ma è proprio nel momento in cui ce ne prendiamo cura che possiamo carpirne e capirne il valore!
Accademia di Belle Arti Aldo Galli
DIPLOMA ACCADEMICO DI II LIVELLO IN RESTAURO
Autore: Gloria Valentini
Titolo: INTERVENTO DI RESTAURO DELL’OPERA DI REMO BIANCO DEL 1973 INTITOLATA “LA GIOIA DI VIVERE”: rimozione di una colatura di inchiostro e pulitura di una pellicola pittorica alchidica con l’utilizzo di nuovi materiali siliconici
1) Di cosa tratta la tua tesi?
Tratta del restauro di un’opera d’arte contemporanea (La gioia di vivere di Remo Bianco, 1973) e soprattutto delle problematiche di pulitura di opere realizzate con materiali recenti.
2) Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho sempre voluto approfondire il tema del restauro del contemporaneo, quando mi è stata affidata quest’opera ho colto l’occasione per sperimentare dei materiali particolari (solventi e gel siliconici) impiegati di recente nel campo della conservazione e a cui ero interessata. Le conclusioni sono state diverse, è difficile dire cos’è emerso al termine dell’intervento: sicuramente i materiali che ho sperimentato hanno dato dei buoni risultati. Inoltre ho condotto una campagna diagnostica che mi ha permesso di scoprire i materiali dell’opera
3) In futuro continuerai ad approfondirlo?
Mi piacerebbe farlo, spero di averne l’occasione
4) Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Penso che mi possa essere utile, sicuramente come curriculum e come pubblicazione, e poi a livello applicativo come dimostrazione di conoscenza procedure specifiche
5) Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Di non farsi fagocitare. Bisogna mantenere la calma e vedere le cose con più obiettività, io non sono stata capace di farlo e ho perso in produttività.
6) Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il mio corso prevede anche un esame di stato per cui si diventa “Restauratori dei beni culturali” a livello ministeriale. Si può lavorare in laboratori, musei, gallerie o partecipare a concorsi pubblici, bandi, appalti ecc. Però, un aspetto da non trascurare, è che si lavora praticamente solo come liberi professionisti
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A Gloria un caloroso in bocca al lupo per il suo futuro da libera professionista 🙂 è una bella avventura anche quella. Basta che ci piaccia quello che abbiamo scelto di fare… e possiamo andare lontano. Qualunque sia il contratto di lavoro che otteniamo.