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Chatbot e assistenti virtuali per offrire uno spazio sicuro a quelle persone che soffrono di problemi mentali.
È l’argomento della tesi di ricerca di Irene, che dimostra come l’intelligenza artificiale e la salute mentale formino una accoppiata possibile.

Autore: Irene Crea
Università degli Studi di Torino – Facoltà: Scienze della comunicazione – Corso di Innovazione Sociale, Comunicazione, Nuove Tecnologie
Titolo: L’Intelligenza Artificiale e la salute mentale: un binomio possibile
Di che cosa tratta la tua tesi?

Nella mia tesi, ho discusso del binomio tra l’intelligenza artificiale e la salute mentale.
Ho mostrato la possibilità di questo binomio e di come, attraverso i chatbot e gli assistenti virtuali, possa offrire uno spazio sicuro. Uno spazio non giudicante in cui le persone possono affrontare i loro problemi e migliorare le proprie vite.

Inizialmente, ho presentato l’intelligenza artificiale, raccontandone la nascita e i principali problemi derivati dal suo uso.
Successivamente, ho mostrato esempi concreti del binomio, mostrando le metodologie utilizzate per identificare un soggetto con problemi legati alla salute mentale.
Ho proseguito mostrando quali sono i chatbot attualmente utilizzati dalle società operanti nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della salute mentale.
Per finire, mi sono concentrata sui pro e i contro dell’intelligenza artificiale, analizzando i modelli di apprendimento automatico che potrebbero portare a pregiudizi, se addestrati su dati distorti.

Per dimostrare la mia tesi, ho progettato un chatbot retrieval stateless in Python. Esso, prendendo un dataframe in inglese, già esistente, lavora attraverso una funzione di similarità.
Quando l’utente pone una domanda, il chatbot cerca nella lista la domanda più simile a quella effettuata dall’utente dando così la risposta associata alla domanda, all’interno del dataframe.

Infine ho fatto un confronto tra i chatbot retrieval e i chatbot generativi mostrando cosa sono, come funzionano e le principali differenze attraverso degli esempi pratici .

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

Ho deciso di trattare questo argomento perché per me l’ansia e la depressione hanno da sempre giocato un ruolo, purtroppo, fisso nella mia vita.
Fin da piccola non sapevo come chiedere aiuto e ho sempre fantasticato in una risorsa online che potesse fare al caso mio.
Oggi, con più indipendenza, riesco ad andare da uno specialista. Ricordo, però, quanto, da piccola, fosse imbarazzante dover chiedere aiuto o avere il timore di disturbare i propri genitori, soprattutto in realtà dove andare dallo psicologo è ancora visto come un qualcosa di cui vergognarti.

La stesura di questa tesi e la realizzazione di questo progetto, voleva  simboleggiare anche un aiuto per quei ragazzi che non sanno come affrontare i loro problemi e che si sentono soli.
Mi auguro vivamente che la tecnologia possa fare dei passi avanti in questo ambito e aiutare più persone possibili.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

L’idea di scrivere la tesi somiglia quasi alla scalata di una montagna impossibile.
Ma con il tempo, la pazienza, l’allegria e, perché no, anche qualche pianto, ce la si fa.
Consiglio di scegliere bene il relatore, che può rivelarsi una grande ancora. Io ho avuto la fortuna di lavorare con un professore preparato e disponibile.
Secondo me, la cosa migliore è iniziare a capire quali potrebbero essere gli argomenti adatti alla tesi già da inizio anno, lasciandosi poi ispirare anche dalle lezioni frequentate.

Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?

Ho scelto una rilegatura rigida, incisa nuvolata, di colore rosso scarlatto con stampa oro metallizzato. Il tutto scelto in tinta con l’outfit della discussione.

Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Decisamente sì.
Anche se, da amante della programmazione, in questo corso ho dovuto affrontate troppi esami di diritto, mi sento comunque di dire che è stato un bellissimo corso.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Se potessi tornare indietro mi direi: “Non pensare troppo ai SE e ai Ma, ai 18 o ai 30. Vivi il tuo percorso con spensieratezza perché, una volta terminato, si entra a far parte realmente del mondo dei GRANDI.”


Anche Davide, nella sua tesi, parla di Intelligenza artificiale. Leggi qui.

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