Da sempre l’umanità è affascinata dall’immortalità e, proprio per questo motivo, nel corso dei secoli, diverse culture, religioni e opere letterarie ne hanno parlato.
Grazie ai progressi della tecnologia, dell’informazione e dell’intelligenza artificiale, il concetto di immortalità è diventato sempre più tangibile.
Come? Ce ne parla Chiara nella sua Storia di Tesi.
Autore: Chiara Semperboni
Università: Politecnico delle Arti di Bergamo – Accademia di belle arti G. Carrara (Bergamo) Indirizzo: Nuove tecnologie per l’arte
Titolo: L’immortalità nell’era digitale. Nuove forme del ricordare.
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi tratta di immortalità digitale.
Che significa?
Oggi ogni nostro ricordo diventa immortale sul web. Le nostre memorie digitali, trasformate in big data, vengono raccolte a scopo di lucro.
Infatti, grazie a queste informazioni, è possibile conoscere una persona, influenzarne i desideri e prevederne i bisogni futuri, con la possibilità di sviluppare strategie di marketing mirato.
Attraverso queste tracce digitali, è possibile creare delle vere e proprie identità digitali, incredibilmente fedeli all’identità personale di ciascun utente.
E qui si arriva al discorso dell’immortalità.
Le nostre identità digitali, infatti, sopravviveranno anche dopo la nostra morte.
L’aspetto più inquietante è che noi non ne abbiamo, e non ne avremo, il controllo: non possiamo decidere di eliminare le nostre tracce, una volta online rimarranno sul web in eterno.
Partendo da questa enorme possibilità, negli anni si sono sviluppati strumenti tecnologici che possono garantire l’immortalità dell’anima.
L’idea è quella di duplicare digitalmente la coscienza e la personalità di ciascun individuo per permettergli di continuare a interagire con i vivi, anche dopo la morte del fisico.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Il tema dell’immortalità mi ha sempre affascinato e inquietato al tempo stesso. Durante un corso universitario intitolato “Culture digitali” abbiamo visto un episodio della serie televisiva “Upload” (su Amazon Prime) e sono rimasta estremamente colpita (sia in positivo che in negativo).
È proprio in quel momento che ho capito di voler approfondire il tema dell’immortalità e di realizzare la mia tesi di laurea proprio sull’immortalità digitale.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
In primis, consiglio di scegliere un argomento/tema al quale si è legati e che susciti interesse. Si sarà molto più invogliati a lavorarci.
Al contempo, però, consiglio anche di trovare un argomento che susciti interesse anche alle altre persone. La soddisfazione è maggiore se altri sono interessati alla nostra ricerca.
Consiglio, poi, di non farsi influenzare troppo da a quello che dicono gli altri: la scelta dell’argomento di tesi è personale.
Certo, le opinioni altrui sono sempre ben accette, ma la scelta definitiva la deve fare il laureando.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Io ho scelto una rilegatura rigida incisa a tinta unita color bianco con scritte oro.
Con questi colori volevo rendere l’idea di “paradiso/immortalità”, tema della mia tesi.
Il bianco e l’oro mi ricordano l’Olimpo degli dei greci richiamando, quindi, l’idea di immortalità.
Inoltre volevo scegliere dei colori eleganti e neutri, in modo tale che si potessero abbinare anche con il progetto artistico che ho portato per la tesi.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Assolutamente sì!
Mi sono trovata benissimo: i professori sono molto competenti e le materie sono stimolanti. Inoltre, essendo un’accademia piccola, si è creata una sensazione di “famiglia” che, secondo me, è difficile trovare in altre università.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Direi alla me stessa del passato di viversi l’ambiente accademico in maniera più tranquilla e di godersi questi anni.
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