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Non servono per forza parole scritte per raccontare una storia, a volte bastano le immagini accompagnate dalla fantasia. È il concetto alla base dei Silent book (clicca qui).
E se questo concetto venisse utilizzato dal sistema scolastico per insegnare la lingua inglese ai bambini con DSA? È la domanda che si è posta Alessandra per la sua ricerca sperimentale di tesi.

Autore: Alessandra Fasella
Università degli Studi di Torino – Corso Scienze della Formazione Primaria
Titolo: “A secret in the wood”: l’utilizzo del Silent Book a supporto dell’apprendimento della lingua inglese per i bambini con DSA
Di che cosa tratta la tua tesi?

La mia tesi è una ricerca sperimentale illustrata.
L’obiettivo è quello di capire se l’utilizzo del Silent book come strumento di apprendimento della lingua inglese, possa incrementare la partecipazione e l’apprendimento della materia da parte dei bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
Il lavoro si divide in parte teorica e pratica.
Nella parte teorica sono prima presentati e analizzati i DSA e il loro impatto nella scuola primaria, approfondendo la didattica della lingua inglese, e poi la nascita e diffusione dei Silent book.
Nella parte sperimentale viene illustrato l’intervento presso una classe quinta della scuola primaria.
La progettazione prevede la lettura del Silent book, la creazione di una storia in inglese e la rielaborazione grafia dei disegni.
L’attività è stata progettata per rispondere ai bisogni specifici di bambini con DSA, con l’obiettivo di facilitarne la partecipazione nella creazione della storia, svolgendo comunque un lavoro collettivo con la classe.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

Ho scelto questo argomento in quanto mi tocca personalmente.
Ritengo, inoltre, che, nella società odierna, la conoscenza della lingua inglese risulta essere fondamentale e indispensabile anche solo per partecipare pienamente alle relazioni con il mondo. Non si tratta più di una competenza aggiuntiva e valorizzante.
Questa necessità, purtroppo, tende ancora a essere sottovalutata o poco considerata in ambito scolastico, soprattutto nei primi anni d’istruzione.
È, invece, fondamentale che l’apprendimento di questa lingua venga garantita a tutti, anche ai bambini che hanno più difficoltà di apprendimento.
Credo che sia necessario che ogni persona coinvolta nella crescita di un bambino, inclusi insegnanti o educatori, capiscano l’importanza di questo principio per garantire le stesse opportunità a tutti.
Per questo motivo propongo l’utilizzo di un metodo diverso da quello tradizionale, ovvero l’utilizzo di un Silent book, permettendo una tipologia di insegnamento raggiungibile anche dai bambini con DSA.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

Consiglio di prendersi il tempo necessario per poter svolgere la tesi con calma e senza fretta. Così facendo è possibile riuscire a prendere in considerazione le diverse teorie utili alla stesura della tesi. È utile anche per evitare di ansiarsi di aver poco tempo per finirla.
Si tratta comunque di un momento importante e come tale va vissuto.

Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?

Ho scelto una rilegatura rigida setosa blu zaffiro in quanto l’ho ritenuta la più adatta per la mia tesi.

Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Assolutamente sì! Nonostante i suoi punti deboli, sento di essere uscita da questi 5 anni preparata al meglio per poter affrontare il mondo del lavoro.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Non mi darei nessun consiglio in particolare, perché penso di aver affrontato al meglio delle mie capacità questo percorso di studi e sono soddisfatta di come l’ho concluso.
Se proprio dovessi dirmi qualcosa sarebbe di non preoccuparmi della lunghezza del percorso, essendo un corso di laurea a ciclo unico della durata di 5 anni. E mi direi anche di non preoccuparmi per i molti impegni e le scadenze da rispettare, che alla fine si riesce a svolgere tutto.


Anche Patrizia analizza i DSA nel percorso di studi. Leggi qui.

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