Le parole hanno un impatto molto importante sulle persone è vero.
Ma un’altra arma emerge come una lama affilata: il potere dello sguardo.
Uno sguardo che è in grado di oggettivizzare le donne, un atto di potere intrinsecamente intrecciato con le dinamiche patriarcali.
Uno sguardo che è in grado di trasformare le donne in oggetto, riducendole a uno strumento di soddisfazione per gli occhi che le osservano.
Questo potere viene analizzato nella tesi di Virginia.
Autore: Virginia Polverini
Università degli Studi di Firenze – Università degli Studi di Bonn – Facoltà delle Scienze Umanistiche – Corso Studi bilaterali italo-tedeschi
Titolo: Il potete dello sguardo: azione, reazione e sovversione del male gaze in Lisario o il piacere infinito delle donne di Antonella Cilento (2014)
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi tratta del potere e della manipolazione che derivano dallo sguardo maschile del patriarca e degli effetti che esso causa sulla percezione che le donne hanno di loro stesse. Attraverso l’analisi del romanzo “Lisario o il piacere infinito delle donne”, mi sono concentrata sul concetto di donna come vittima dello sguardo dell’uomo e come oggetto sessuale. Il mio lavoro è stato quello di dimostrare le strategie per liberarsi da questa condizione, attraverso dei fondamenti teorici quali le femministe Simone de Beauvoir e Carla Lonzi e i critici cinematografici e d’arte Laura Mulvey e John Berger.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ritengo che il potere dello sguardo che oggettivizza le donne rendendole succubi della società patriarcale, sia un argomento davvero importante.
Ho deciso di trattarlo nella mia tesi perché ho sentito la necessità di contribuire alla conoscenza di questo argomento così poco trattato.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il mio consiglio è quello di leggere e documentarsi molto sull’argomento di tesi scelto. Inoltre, consiglio di non avere paura di esprimere la propria creatività.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Ho scelto una rilegatura rigida telata colore lilla.
Ho fortemente voluto che fosse di questo colore perché è il mio preferito.
Per questo motivo ho fatto i salti mortali per ordinarla e farmela mandare qui in Germania, dove vivo e studio.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Credo che ogni corso abbia i suoi punti di forza e di debolezza e non credo ne esistano di perfetti. Per questa ragione rispondo sì, perché nonostante non sia stato semplice, grazie alla possibilità del doppio titolo ho avuto l’opportunità di fare esperienze che mi hanno formata.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Mi consiglierei sicuramente di farmi meno paranoie e mi direi di vivere al massimo l’esperienza.
Se ti interessa questo tema, leggi anche la Storia di Tesi di Sara.