Nakba, è il termine arabo utilizzato per rappresentare l’esodo forzato della popolazione palestinese durante la guerra arabo-israeliana del 1948.
Un termine che segna l’inizio dei problemi del popolo palestinese.
Fabiola ha deciso di dare voce a questo popolo, attraverso alcune testimonianze di persone provenienti da un quartiere di Gerusalemme Est.
Ce ne parla nella sua Storia di Tesi.
Autore: Fabiola Rossi
Università degli Studi di Napoli L’Orientale – Dipartimento di studi letterari, linguistici e comparati – Corso di Mediazione Linguistica e Culturale
Titolo: Gerusalemme Est, il caso specifico del quartiere di Sheikh Jarrah e la testimonianza di Muna e Mohammed El-Kurd
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi tratta del genocidio e dell’occupazione in atto in Palestina dal 1948.
In particolare, analizza la situazione del quartiere di Sheikh Jarrah (situato nei territori occupati di Gerusalemme Est) tramite la testimonianza di molti esponenti palestinesi e israeliani (da sempre sensibili alla causa palestinese). Soprattutto la testimonianza di due fratelli attivisti palestinesi nati nel medesimo quartiere ovvero Muna e Mohammed El-Kurd.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
È da quando ho iniziato a maturare un certo senso critico e da quando ho iniziato i miei studi universitari che ho sviluppato una sensibilità particolare per la causa palestinese (anche grazie agli approfondimenti che l’università, i docenti e la relatrice mi hanno offerto) e alla storia del Medio Oriente che ho potuto, finalmente, approfondire.
Durante gli studi delle scuole medie e superiori, purtroppo, non abbiamo mai affrontato l’argomento.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Consiglio di dare priorità, qualora fosse possibile, a un argomento che si ha veramente a cuore e che possa, magari, diventare oggetto di una battaglia personale.
Una battaglia da portare avanti nella vita, senza fermarsi alla sola tesi universitaria.
Un argomento che smuova la propria coscienza (e quella degli altri), che colpisca l’anima e faccia riflettere.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Mi sono innamorata all’istante dell’anteprima della mia tesi rigida setosa in colorazione verde giada. Perciò non potevo che scegliere quella. Non ho avuto dubbi!
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Assolutamente sì.
Anche se con tutte le difficoltà del caso, non potrei fare altro che riconfermare la scelta del mio corso di laurea, mediazione linguistica e culturale all’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. Ho imparato tantissimo, mi ha fatto maturare immensamente sia come persona sia intellettualmente, quindi posso solo che esserne grata.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Sarebbe molto interessante avere una macchina del tempo e poter tornare al mio primo giorno di università. Sicuramente mi direi di vivere tutto con più serenità e spensieratezza, anche se affrontare il pieno degli anni universitari in didattica a distanza a causa del COVID-19 non è stato facile, soprattutto psicologicamente parlando. Però, anche così, è stato un percorso memorabile e del quale non cambierei nulla. Nemmeno le valutazioni più basse. Servono come crescita personale anche quelle.
Leggi altre Storie di Tesi in Mediazione Linguistica Culturale.
Felicissima e molto onorata di vedere la mia tesi nella vostra rubrica. Vi ringrazio tantissimo per il tempo dedicatomi. ❤️