Sgomento e incredulità sono le emozioni che attraversano la maggior parte delle persone che vengono a conoscenza di un figlicidio.
Questo perché si crede che la famiglia sia il luogo sicuro, il posto protetto, ma purtroppo non sempre è così.
Paola, analizza questo fenomeno nella sua tesi.
Autore: Donagrandi Paola
Unicollege SSML di Mantova – Facoltà di Mediazione Linguistica – Corso di Mediazione Linguistica per le Scienze Criminologiche e la Cybersecurity
Titolo: Esplorando l’abisso umano: l’enigma del figlicidio in una prospettiva multidimensionale
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi analizza, attraverso una prospettiva multidimensionale, il fenomeno del figlicidio, ovvero l’uccisione da parte di una figura genitoriale del proprio o dei propri figli.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento per due motivi.
Uno per dare il giusto spazio e la giusta analisi criminologica e psicologica del fenomeno, spesso oscurata dal boom mediatico. L’altro, perché credo sia necessario sensibilizzare maggiormente sul fatto che non sempre le famiglie siano il luogo più sicuro per un soggetto.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
E’ importante scegliere un argomento stimolante, che si ha interesse ad analizzare anche se magari il materiale a disposizione sembra complesso e articolato oppure scarseggia. E soprattutto, credo sia fondamentale scegliere i punti di riferimento giusti per elaborare la propria idea, sapendo accettare critiche e consigli.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Ho scelto la rilegatura rigida setosa viola ametista, perché volevo una rilegatura diversa dal solito similpelle e la colorazione proposta appagava a pieno la mia idea originale.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Si, senz’ombra di dubbio. Per quanto difficile e impegnativo sia stato e per quante volte mi sia sentita spaesata, rifarei questo percorso mille volte.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Mi consiglierei di essere più sciolta, meno agitata e godermi a pieno l’esperienza universitaria con i suoi pregi e i suoi difetti. È un’esperienza formativa a tutto tondo che una volta finita lascia un grande vuoto da colmare con i ricordi raccolti negli anni.