Autore: Maria Milano
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica e Culturale
Titolo: Tra Femminismo e Multiculturalismo: il Caso dell’obbligo dell’hijab nei Tornei di Scacchi
I diritti delle donne possono essere conciliati con la diversità culturale? Maria Milano ci parla di femminismo e multiculturalismo, affrontando il caso dell’obbligo dell’hijab al campionato mondiale di scacchi del 2017 a Teheran.
Di cosa tratta la tua tesi?
Ho voluto analizzare le tensioni derivanti dal dibattito tra i diritti delle donne e i diritti di gruppo. Ho analizzato le ragioni di chi sostiene che il multiculturalismo sia un ostacolo alla realizzazione dei diritti delle donne e di chi, invece, sostiene che esista la possibilità di conciliare la diversità culturale con le richieste del femminismo.
Nello specifico, ho voluto affrontare il caso dell’obbligo dell’hijab nei tornei di scacchi, facendo riferimento al campionato mondiale di scacchi che si è tenuto a Teheran, in Iran, nel 2017. In questa competizione ai massimi livelli, tutte le giocatrici avrebbero dovuto obbligatoriamente coprirsi il capo con il velo islamico (nel rispetto del “dress code” ufficiale della federazione scacchistica iraniana, oltre che delle leggi ufficiali della repubblica iraniana). Questo ha scatenato le reazioni di molte giocatrici, per niente disposte a rinunciare ai propri diritti e ai propri principi morali, talvolta fino al punto di non partecipare affatto alla competizione.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
La relatività di quelli che vengono chiamati diritti umani è un tema che mi appassiona e mi interessa particolarmente da sempre. La difesa dei diritti delle donne è una questione che mi sta personalmente a cuore e, inoltre, sono una scacchista (ed ecco spiegata anche la scelta del mio “esempio cardine”).
Quella che ho voluto affrontare è una questione davvero spinosa e delicata, è una sorta di labirinto di domande senza risposte obiettivamente corrette. Stare ore e ore a pensare e provare a cercare una soluzione valida, in fondo, è tipico di una scacchista.
Una domanda cardine è stata: “Femminismo e multiculturalismo potranno mai convivere pacificamente?” Una risposta definitiva non c’è. A conclusione di questa tesi l’unica cosa che posso affermare è che se tutti fossero maggiormente aperti alla comunicazione e, magari, al compromesso con ogni tipologia di differenza, potrebbe iniziare a sembrare più realistico fare dei seri passi avanti.
Relativamente alla crescita dei diritti delle donne in Iran, ho potuto osservare che ad oggi ci sono alcuni elementi per potersi permettere di essere moderatamente ottimisti. Questi elementi sono costituiti da:
1) il continuo aumento di donne (e uomini) che studiano all’Università e lavorano;
2) la sempre più rapida circolazione delle informazioni;
3) il continuo abbassamento dell’età media della popolazione;
4) gli sviluppi positivi anche negli altri paesi islamici della regione (come l’Arabia Saudita).
Solo il futuro ci potrà dire quanto questi progressi potranno essere rapidi e diffusi.
In futuro continuerai ad approfondirlo?
Sicuramente mi piacerebbe molto continuare ad approfondirlo.
Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Penso che qualsiasi cosa, se fatta con passione, sia utile per la propria formazione e crescita personale. Per quanto riguarda il futuro professionale, non saprei dire. Vedremo!
Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il mio unico consiglio per essere realmente soddisfatti del proprio lavoro è quello di scegliere un tema che interessi sul serio, altrimenti si rischia di impiegare mesi ed energie ad annoiarsi.
Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il corso di Mediazione Linguistica e Culturale forma una figura professionale in grado di svolgere una funzione interlinguistica qualificata da competenze economiche, giuridiche, sociologiche e culturali. Gli sbocchi professionali sono vari: nel campo dei rapporti internazionali, imprese import/export, turismo, traduzione, ONG, ambito editoriale e giornalistico, enti internazionali…
Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
Probabilmente sì. Mi ha appassionata in particolar modo il corso di Antropologia culturale tenuto dal professor Stefano Allovio. Di alcuni corsi sono stata molto contenta, di altri meno. Ma, volendo fare la romantica, mi piace pensare di essere esattamente dove dovrei essere.
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