Lasciare la propria casa, gli affetti, i ritmi, la cultura in cui siamo nati e cresciuti magari in cerca di una condizione di vita migliore può dar vita ad una molteplicità di vissuti ed esperienze infinite. La nostalgia può sicuramente far parte delle giornate delle persone che decidono di lasciare una vita per iniziarne un’altra. E forse sono proprio le persone che vivono questa esperienza a poterla narrare con una profondità tale da poterla trasformare in opere d’arte che superano i confini del tempo, dello spazio e colmano le distanze.

Autore: Giada Isolani
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Scienze della mediazione linguistica e culturale

Titolo: “Quel mondo scomparso chissà dove. Il sentimento della toska nelle opere degli scrittori emigrati”

1) Di cosa tratta la tua tesi?
Mi sono concentrata sul sentimento della toska, parola di fatto intraducibile il cui significato si avvicina a nostalgia o angoscia, riferendosi al forte dolore provato per situazioni, luoghi o persone care che sono irraggiungibili perché troppo lontani nel tempo o nello spazio e che, probabilmente, lo saranno per sempre. Con lo scopo di illustrare questo sentimento alieno alla cultura italiana, ho analizzato due romanzi “Pnin” di Vladimir Nabokov e “La Valigia” di Sergej Dovlatov in cui gli autori, entrambi emigrati dalla Russia in seguito della Rivoluzione, esprimono per l’appunto il rimpianto e la nostalgia per la madrepatria e per i giorni felici lì trascorsi, irrimediabilmente scomparsi.

2) Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho deciso di trattare questo argomento perché racchiude in sé tre temi che mi hanno appassionata per tutto il corso dei miei studi. Innanzitutto l’emigrazione intellettuale, fenomeno talvolta poco conosciuto da chi non compie studi di questo genere. Un altro tema che ho potuto trattare e che mi ha sempre incuriosita sono i termini cosiddetti intraducibili, che oltre ad essere delle sfide per i traduttori, portano sempre con sé preziosi indizi sulla mentalità, le abitudini e la cultura del popolo che li ha prodotti. Il terzo tema, o meglio macro-tema, è ovviamente quello della letteratura russa della quale sono stata sempre appassionata, ben prima dell’inizio dei miei studi universitari… anzi, credo fermamente che questa passione abbia rivestito un ruolo fondamentale nella mia decisione di intraprendere gli studi di lingua russa.

3) In futuro continuerai ad approfondirlo?
Si, mi piacerebbe continuare ad approfondire sia lo studio dei termini intraducibili, sia, naturalmente, quello della letteratura russa.

4) Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Dopo questa laurea triennale vorrei proseguire studiando traduzione editoriale poiché il mio sogno è quello di diventare traduttrice. Penso dunque che alcune nozioni approfondite in questo lavoro, soprattutto quelle concernenti i termini culturospecifici, potrebbero essere utili nel corso degli studi futuri. Tuttavia, essendo un tema molto vasto, immagino avrò bisogno di approfondirlo ulteriormente.

5) Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Può sembrare scontato, ma consiglierei senza dubbio di scegliere un tema di cui si è in qualche modo appassionati. Scrivere una tesi richiede tempo e costanza e potrebbe essere sgradevole impegnarsi tanto su temi che proprio non piacciono o per cui non si è portati…
Un altro consiglio, più “pratico”, è quello di scegliere con cura il relatore o la relatrice. Ho avuto la fortuna di essere seguita da una professoressa disponibile, che mi ha aiutata e in qualche modo anche incoraggiata, ed è stato molto importante perché mi ha permesso di lavorare serenamente senza dover avere ulteriori preoccupazioni oltre a quelle della scrittura. Purtroppo di tanto in tanto si sentono storie di studenti meno “fortunati” con i propri relatori e immagino che questo si potrebbe ripercuotere in qualche modo anche sul lavoro svolto.

6) Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il corso di Mediazione Linguistica e Culturale forma figure professionali con competenze in due lingue straniere, nonché in materie quali diritto, sociologia ed economia che potranno lavorare in diversi ambiti in cui siano necessarie queste capacità. I lavori potrebbero essere dei più diversi, dalle imprese coinvolte nell’import/export, ai servizi sociali di accoglienza degli stranieri, al turismo, alle ONG…

7) Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
Sì, sceglierei nuovamente questo corso. Ho apprezzato praticamente tutti i corsi (direi proprio tutti tranne uno dei corsi di economia, ma non me ne voglia nessuno, semplicemente non ho un bel rapporto con i numeri…) e mi ha dato la possibilità di approfondire allo stesso tempo la storia e la letteratura delle lingue studiate per le quali, come ho già detto, nutro una forte passione, ma ho potuto affrontare anche temi più attuali quali, solo per citarne alcuni, i fenomeni dell’immigrazione o dell’attuale crisi economica, secondo me fondamentali per capire sempre di più il mondo che ci circonda.

Giada ti ringraziamo moltissimo per averci raccontato la tua Storia. In bocca al lupo e buon futuro!!!

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