Martina-Campa- elettrostatica

Quando si pensa ai bambini ci vengono in mente i versetti, gli arcobaleni e le farfalle.
Ma chi l’ha detto che con loro non si possano affrontare tematiche più complesse, come ad esempio il fenomeno dell’elettrostatica?

Martina ci parla di come, attraverso la sua tesi sperimentale, sia riuscita a dimostrare che parlare di argomenti complessi con i bambini riveste un ruolo importante nella loro crescita.

Autore: Martina Campanella
Università degli Studi di Milano – Bicocca – Dipartimento di Scienze Umane per la formazione Riccardo Massa – Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Scienze della Formazione Primaria
Titolo: Piccole scienziate e piccoli scienziati alla scoperta dell’elettrostatica – Percorso sperimentale rivolto alla scuola dell’infanzia con attenzione agli stereotipi di genere.
Di che cosa tratta la tua tesi?

La mia è una tesi sperimentale di ambito fisico sull’elettrostatica trattata alla scuola dell’infanzia con bambini di 5 anni. L’obiettivo era quello di dimostrare che è possibile affrontare argomenti più complessi già dalla prima infanzia, sottolineando l’importanza che questo riveste nella crescita dei bambini.

Parallelamente ho svolto una ricerca sulla percezione del genere femminile all’interno delle scienze, andando a modificare nel pensiero comune dei bambini lo stereotipo dello scienziato di sesso maschile.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

Ho scelto questo argomento per unire la mia passione per le materie scientifiche e il mio futuro impiego come maestra di scuola dell’infanzia. Quello che volevo dimostrare è che i bambini, anche più piccoli, sono incuriositi dai fenomeni che li circondano. Cercano, a loro modo, di dare delle spiegazioni a quello che osservano, che vedono. Inoltre sapevo che non esistevano ricerche di questo tipo, quindi ho voluto affrontare una sfida personale.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

Le ricerche e la stesura della tesi richiedono tempo. Quindi, consiglio di scegliere un argomento che possa creare curiosità e passione nel laureando stesso.

Una volta definito l’argomento, consiglio di capire bene come gestire il tempo per le ricerche e la stesura. È bene evitare di ritrovarsi all’ultimo momento con ancora troppe cose da fare. Si rischierebbe di creare ansie e malesseri maggiori di quelli che già si hanno.

La tesi e la discussione rappresentano il traguardo alla fine di un lungo percorso. Vivere lo sprint finale con il malessere, porterebbe ad avere un ricordo negativo di un avvenimento che, invece, dovrebbe solo regalare la felicità dell’obiettivo raggiunto.

Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?

Pensando alla mia tesi, volevo qualcosa che risultasse classico ed elegante, utilizzando, però, un materiale particolare. Ho optato quindi per una rilegatura in velluto viola con scritte dorate.

Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Ho frequentato il corso che ho sempre voluto e lo rifarei ancora. Ci sono stati ostacoli da affrontare, momenti in cui mi sono dovuta mettere in discussione ma nonostante ciò, ripercorrerei ogni singolo passo. Questo percorso mi ha fatta crescere, portandomi ad essere la persona che sono oggi. E ne sono contenta.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Potendo tornare indietro consiglierei alla me stessa dell’epoca di vivere questi anni con meno ansie. Soprattutto, le consiglierei di paragonarsi meno ai compagni: ognuno di noi è diverso e non saranno i voti degli esami a definire la persona che diventeremo alla fine.


Vuoi contattare Martina per maggiori informazioni sulla sua tesi? Scrivici

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