Storia di Tesi di Alice Aldisio - Dislessia: la Normalità nell'essere Speciale.
Storia di Tesi di Alice Aldisio

Essere dislessici può significare dover faticare il doppio per ottenere qualcosa che per molti altri è “normale” e molto più facilmente realizzabile. Ma cosa significa davvero? Alice Aldisio ci offre con la sua tesi uno “sguardo dall’interno” del mondo della dislessia.

Autore: ALICE ALDISIO
Titolo: La Normalità nell’essere Speciale: dalla Dislessia in Età Evolutiva alla Dislessia in Età Adulta
Università degli Studi Guglielmo Marconi – Scienze della Formazione
Di cosa tratta la tua tesi?

La mia tesi: “La normalità nell’essere speciale: dalla dislessia in età evolutiva alla dislessia in età adulta”, si propone di presentare la dislessia da un’altra prospettiva, considerandola nella sua accezione di specificità individuale, come qualsiasi altra caratteristica fisica o caratteriale ed evidenziando come noi dislessici siamo accomunati da una propensione artistica e da una spiccata inclinazione a “vedere” a colori quanto ci circonda.

Il lavoro espone le tappe fondamentali per cercare di comprendere il mondo dei DISLESSICI, osservandolo con occhi diversi.

Il punto di partenza è stato l’esposizione della realtà oggettiva della dislessia, l’insorgenza, la diffusione e frequenza sulla popolazione. Ho inoltre presentato la procedura diagnostica  e il disagio psicologico che si instaura negli anni nell’ambiente scolastico e lavorativo. Ho proseguito enunciando le cinque teorie sulla genesi della dislessia, tra le quali la teoria del deficit fonologico, la teoria del deficit della via magnocellulare e la teoria genetica.

Successivamente, ho presentato la legge 170/2010 che tutela i dislessici, proseguendo con le proposte che si sono susseguite negli anni per modificarla, e rendere l’ambiente scolastico più idoneo e aperto a nuovi metodi.

Ho quindi analizzato l’ambiente familiare del dislessico, il ruolo di mediazione svolto dai genitori con i docenti e la figura del tutor DSA, fondamentale presenza nelle scuole. In tal proposito, ho preso in considerazione i percorsi formativi presenti per i docenti, i metodi compensativi e dispensativi e le varie attrezzature informatiche di cui usufruiscono i dislessici.

Ho poi trattato della diagnosi redatta successivamente ai 18 anni e cosa questo comporti sia a livello psicologico, che scolastico-lavorativo. In tal senso ho analizzato il nuovo protocollo diagnostico per i DSA adulti, comprendendo l’ambito universitario e il progetto progress for work, che consente la valutazione delle reali capacità e del talento di un candidato DSA.

Infine, ho esposto le capacità artistiche dei dislessici, spiegate anche da un punto di vista neuropsicologico. Ho concluso inserendo alcuni esempi di lavori artistici realizzati da persone dislessiche.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

L’interesse per questo argomento è in me molto forte, in quanto sono dislessica. Con il tempo, ho imparato a vivere questo mio modo di essere non come “bisogno educativo speciale”, bensì come risorsa. Ho cercato di esporre il mio mondo e le innumerevoli difficoltà a cui ancora dobbiamo far fronte.
La conclusione che ho tratto è che, sfortunatamente, ad oggi l’argomento è poco conosciuto, anche se le caratteristiche speciali dei dislessici sono innumerevoli e da coltivare.

In futuro continuerai ad approfondirlo?

A settembre inizierò la specialistica in pedagogia e continuerò il mio lavoro con la seconda tesi e durante tutto il mio futuro percorso lavorativo.

Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?

Penso che la mia tesi sarà un biglietto da visita per il mio lavoro futuro. Tuttavia, dal mio punto di vista, quello che conta è la professionalità e l’impegno con cui si fa il proprio lavoro.

Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?

Il consiglio che darei a tutti è di fare una tesi in cui si crede molto, che materializzi il lavoro fatto negli anni di studio e che rappresenti ciò che si è.

Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare? 

Ho intrapreso una triennale in scienze e tecniche psicologiche all’Università degli studi Guglielmo Marconi. Gli sbocchi professionali sono innumerevoli, in base anche alla specialistica che si vuole intraprendere alla fine del percorso di studi. Potrei lavorare presso strutture specializzate in salute mentale o pedagogia, potrei lavorare presso le scuole, o aprire un mio studio.

Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?

Sì, rifarei tutto da capo. Quello che ho studiato negli anni mi ha permesso di creare un bagaglio culturale e professionale ottimo e ben approfondito.

E Alice non si è fermata di fronte alle difficoltà… e con la sua tesi ha pubblicato un e-book che si può acquistare qui.  Brava Alice! Sinceri complimenti per la pubblicazione da parte di tutti noi di Tesi24 e Atuttatesi. Questo è un altro esempio dei motivi per cui scrivere una tesi può essere davvero una grande occasione per tutti: poter condividere il proprio pensiero con altri e fare della propria esperienza una possibilità di ampliare gli orizzonti per tutti!

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Seguite le storie di altri neolaureati nella nostra rubrica #Storieditesi!

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