Elena-Marangon-disgeusia

La disgeusia è la diminuzione della percezione dei sapori, dovuta a diverse cause.
Elena, per la sua tesi, analizza questa alterazione gustativa nei pazienti oncologici, a seguito di trapianto autologo di midollo.

Autore: Elena Marangon
Università degli Studi di Padova – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Corso di Dietistica
Titolo: Impatto della disgeusia sullo stato nutrizionale nel paziente neoplastico sottoposto a trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (CSE)
Di che cosa tratta la tua tesi?

La mia tesi tratta dell’influenza delle alterazioni gustative (disgeusia), nei pazienti oncologici che si sottopongono a trapianto autologo di midollo. Sono andata a valutare la malnutrizione nei pazienti e questo lavoro servirà come base per studi futuri e per aumentare l’attenzione verso questi pazienti, al fine di accompagnarli al meglio durante il loro percorso di cure.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

Ho scelto di parlare disgeusia e malnutrizione perché durante il triennio di studi ho notato come i pazienti sopra citati, più di altri, risentissero delle terapie dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, in letteratura non è presente pressoché nessuno studio sui trapiantati autologhi di midollo. In aggiunta a questo, nell’ultimo anno mia nonna è venuta a mancare a seguito di una malattia, perciò ho cercato un modo per averla vicina durante la fine del mio percorso di studi. Così facendo sono riuscita a unire il mio vissuto con un argomento che mi permettesse di aiutare altre persone.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

Consiglio di non scegliere un argomento solo in base al “prestigio” del tema, ma di scegliere qualcosa che crei passione durante lo sviluppo.
Lo sviluppo della tesi occupa molto tempo, soprattutto se si tratta di una tesi sperimentale, quindi è meglio dedicarsi a qualcosa che non crei un peso ulteriore.
Inoltre, è un lavoro da fare per se stessi, non per la commissione o per il relatore. È uno dei ricordi migliori del percorso di studi.
Affrontare perciò un argomento personalmente piacevole, renderà tutto ancora più bello e appassionante.

Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Assolutamente sì.
Sicuramente è stato un percorso impegnativo (come qualsiasi percorso sanitario), ma mi ha regalato soddisfazioni immense.
Aiutare una persona a stare meglio e ricevere la sua gratitudine a fine percorso, non ha prezzo. Sono ricordi che ti scaldano il cuore, ti porti dentro tutta la vita e ti aiutano ad andare avanti anche quando diventa difficile. Ho conosciuto persone meravigliose durante le lezioni e i tirocini, ho imparato davvero tanto in questi 3 anni ed è un percorso che consiglio a chiunque sia interessato all’ambito nutrizionale perché fornisce una formazione completa.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Mi consiglierei di credere di più in me stessa.
Il primo anno non è stato facile perché si sono accavallati tantissimi impegni e non sono riuscita a raggiungere i risultati che mi ero prefissata.
Poi però sono riuscita a organizzarmi meglio, portando a termine tutti i miei impegni, e i risultati sono arrivati.
Non credevo di poter riuscire a terminare il percorso così bene, sia per un discorso di valutazione ma anche per la serenità con cui ho affrontato l’ultimo anno.
Questo mi ha insegnato che l’impegno, con i giusti sforzi, ripaga sempre e che posso spingermi oltre i miei limiti.


Parlando di nutrizione e malattie tumorali, Martina ci parla del ruolo della rucola.

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