Gloria-Scottà-disabilità-visiva

Prova a chiudere gli occhi.
Adesso prova a muoverti, prova a cercare un oggetto intorno a te, prova a capire di che oggetto si tratta solo attraverso gli altri sensi.
Adesso analizza le tue sensazioni, le tue emozioni.
È probabile che tu abbia provato un senso di smarrimento.
Adesso prova a pensare di essere un bambino, che fin da piccolo, o da un momento all’altro, si è ritrovato a non vedere il colore azzurro del cielo o il verde immenso di una collina, a causa di una disabilità visiva.
Cosa si prova? Come si vive? Come si cresce? Sono alcune delle domande che si è posta Gloria per la sua tesi.

Autore: Gloria Scottá
Università degli studi di Trieste – Facoltà: Scienze dell’educazione – classe L-19
Titolo: Crescendo nel buio della realtà: analisi della disabilità visiva infantile tramite un caso studio
Di che cosa tratta la tua tesi?

La tesi verte sull’approfondimento e l’analisi della disabilità sensoriale, nello specifico della disabilità visiva infantile tramite supporto di un caso studio che racconta la storia di un bambino cieco, le dinamiche che possono portare a questo status e le modalità di supporto e sviluppo in un’età così importante.

Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?

Ho scelto di parlare di cecità infantile spinta dalla curiosità di approfondire la storia di un bambino cieco presente nel mio territorio. Inoltre, volevo approfondire e portare alla commissione un argomento poco raccontato che credo meriti di avere voce, in quanto, spesso, queste disabilità vengono prese poco in considerazione.

Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?

Consiglio di scegliere un argomento che realmente si ha interesse ad approfondire. Consiglierei anche di scegliere un tema poco affrontato, fuori dai soliti argomenti basici, per proporre delle novità. Penso che così facendo, anche la commissione potrà essere maggiormente interessata all’ascolto.
Infine, consiglio di prendere in analisi diversi libri, che possano offrire diversi punti di vista rispetto all’argomento che si andrà a proporre.

Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?

Per la mia tesi ho scelto la rilegatura rigida, incisa nuvolata, color turchese con incisioni color oro.
Ho scelto questa trama e questo colore in quanto era quella che esteticamente mi piaceva di più e che, secondo il mio gusto, risultava più elegante.

Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?

Credo che oggi più che mai la società abbia molto bisogno di figure formate e professionalmente preparate, da inserire negli enti destinati all’educazione e alla formazione.
Quindi sì, lo sceglierei di nuovo, anche perché ho sentito un senso di appartenenza con esso. Questo corso mi ha aiutata a diventare una persona migliore e mi ha insegnato a mettermi sempre in discussione, con la società e con me stessa, portandomi a pormi molte  domande, azioni fondamentali in una professione importante come quella educativa.

Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?

Se potessi tornare indietro mi direi questa frase: “Credi sempre in te stessa perché sei in grado di oltrepassare i limiti che tu stessa ti imponi nella tua testa”.

Quando alle scuole medie bisognava decidere il percorso di studi per la scuola superiore, il mio cuore mi spingeva verso un liceo delle scienze umane. I miei professori dell’epoca, però, non vedevano in me il potenziale per poter frequentare un liceo. Così, dopo vari consigli scelsi di iniziare la scuola alberghiero.
Dopo il diploma, ho iniziato a lavorare subito in quel settore. Ma dopo due anni, ho capito che quell’ambito non mi stava soddisfacendo. Con l’avvento della pandemia di Covid-19, avendo avuto molto tempo per riflettere su cosa volessi davvero fare nella mia vita, ho deciso di fidarmi del mio cuore intraprendendo quel famoso percorso desiderato 7 anni prima. A oggi posso dire di essere felice di essermi ascoltata e di essere orgogliosa della professione che mi sono costruita.


E se la disabilità fosse comunicativa? Luca ci insegna che il segreto è non mollare mai!

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