Questa Storia di Tesi si pone il problema del fenomeno della depressione tra i pazienti ricoverati nelle Unità Operative Ospedaliere. Spesso i sintomi del disturbo depressivo non vengono indagati e riconosciuti (in particolar modo tra i pazienti cardiologici). Ma lasciamo a Michele Giacon la parola e leggiamo anche la sua proposta per tenere il fenomeno sotto controllo.
Autore: Michele Giacon
Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Medicina
Titolo: La Depressione nelle Unità Operative Ospedaliere: una Realtà Sottostimata?
Di cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi aveva lo scopo di individuare precocemente segni e sintomi del disturbo depressivo nei pazienti che vengono ricoverati presso le Unità Operative degli ospedali. (I pazienti chiaramente non dovevano avere una diagnosi di depressione confermata).
Più precisamente, si sono voluti indagare i pazienti affetti da patologie dell’apparato cardiocircolatorio, perché in letteratura presentavano un tasso di depressione non diagnosticata più elevato. Lo studio è quindi stato svolto nelle Unità Operative di cardiologia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre (VE) e dell’Ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia prendendo in considerazione 196 pazienti ricoverati in totale nell’arco del mese di settembre 2018.
Il tutto è stato effettuato tramite la somministrazione del questionario PHQ-9, che permette di individuare sintomi depressivi, che poi il medico dovrà rivalutare per una diagnosi definitiva. Lo strumento è stato preso dalla letteratura, validato in italiano e corredato di una scheda di raccolta dati socio-anagrafici. Questo permette di segnalare all’équipe, e al medico più in particolare, variazioni del tono dell’umore per una diagnosi.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
L’idea dell’argomento è nata di ritorno dal periodo di apprendimento clinico presso l’ospedale SS. Giovanni e Paolo. In quell’occasione, sono venuto a conoscenza di un incidente avvenuto ad un paziente ricoverato, che aveva come probabile causa sintomi depressivi non rilevati.
Con questo studio ho individuato dati in linea con la letteratura che evidenziano la presenza di sintomi depressivi minori e depressione minima nei pazienti ricoverati. Come evidenziato nel mio lavoro, con molta probabilità l’infermiere è la persona più adatta ad individuare questi sintomi, date le sue caratteristiche e la relazione di fiducia che instaura con l’assistito. Ciò potrebbe infatti portare a risposte più veritiere, visto il maggior tempo a stretto contatto con il paziente.
Inoltre, il mio lavoro – sempre in linea con la letteratura – sostiene che sarebbe utile inserire un questionario di routine nella pratica clinica e che a somministrarlo potrebbe essere proprio l’infermiere.
In futuro continuerai ad approfondirlo?
Sicuramente se avrò modo, continuando con gli studi, vorrei approfondire maggiormente questo argomento. Penso che mi abbia aiutato molto a comprendere i bisogni dei pazienti, le loro mancanze e soprattutto a capire quello che si aspettano e quello che non vogliono dalla comunicazione con i sanitari.
Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
Come consiglio credo che ognuno dovrebbe scegliere l’argomento che più l’ha colpito o interessato, magari come nel mio caso prendendo spunto dalla pratica clinica o da episodi personali. In alternativa, buoni spunti possono essere trovati anche in letteratura.
Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il mio corso di laurea in Infermieristica abilita alla professione di infermiere. É possibile poi lavorare negli ospedali, nelle Unità Operative intra ed extra ospedaliere, in sala operatoria, sul territorio, negli ambulatori, nelle case di riposo. Inoltre, offre la possibilità di poter avere la partita iva.
Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
Sceglierei ancora il corso di laurea che ho frequentato. Tuttavia, lo consiglio solo a chi ha la passione per le persone e ama relazionarsi con esse. Questa professione richiede, come tutte, dei sacrifici (tra i quali il lavoro su turni, anche nei festivi).
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