Avere una malattia o una disabilità sicuramente non rende la vita facile.
Spesso, però, ci dimentichiamo che dietro a una persona malata, ce n’è una che si prende cura di essa.
Una figura che sicuramente non vive vita semplice.
A maggior ragione se il territorio di appartenenza non offre interventi corretti per la gestione del paziente.
Parliamo del caregiver informale, solitamente rappresentato da un familiare del paziente.
Nella sua tesi, Claudia analizza l’accesso alle cure formali sull’Isola di Capri, sia dal punto di vista del paziente che da quello del caregiver.
Autore: Claudia Torelli
Università Alma Mater Studiorum di Bologna – Facoltà: Dipartimento di Psicologia “Renzo Canestrari” – Corso di Psicologia Cognitiva Applicata
Titolo: Demenze e caregiving: barriere e facilitatori nell’accesso alle cure formali sull’Isola di Capri
Di che cosa tratta la tua tesi?
La tesi analizza i facilitatori e le barriere nell’accesso alle cure formali per i caregiver informali di persone affette da demenza residenti sull’Isola di Capri.
L’Isola di Capri, classificata come area rurale, nel mio lavoro rappresenta questa categoria evidenziando le sfide più elevate nell’accesso ai servizi socio-sanitari rispetto alle aree urbane.
Per la ricerca mi sono mi sono concentrata su tre macro-temi centrali delle demenze: la diagnosi, l’intervento e il caregiving.
Dall’analisi è emersa una discrepanza tra quanto previsto dal Piano Nazionale Demenze e dal Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale della Regione Campania, rispetto a quanto realmente viene messo in atto sul territorio.
Si evidenzia, infatti, l’assenza del corretto intervento della sanità pubblica.
Questo comporta un continuo ricorso da parte di pazienti e familiari a specialisti privati, dando vita a disuguaglianze per coloro che hanno difficoltà economiche.
Inoltre, sono emerse difficoltà nel raggiungimento dei centri medici e professionisti che operano sulla terraferma.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento poiché l’Isola di Capri è casa mia, luogo in cui sono nata e cresciuta.
Poter fornire spunti di miglioramento (e auspicabilmente renderli realtà) sarebbe motivo di grande orgoglio personale.
Inoltre, ho ricoperto il ruolo di caregiver per lungo tempo (per un familiare con altra patologia).
Conosco, quindi, molto bene le difficoltà di tale ruolo e ho sentito doveroso sfruttare la mia esperienza per un lavoro così importante.
La ricerca può essere, ovviamente, estesa ai caregiver informali di qualsiasi tipo di paziente.
Questa analisi, se ampliata e approfondita, potrebbe portare a una maggiore consapevolezza di tali difficoltà e a una migliore risposta dagli enti dedicati.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
I consigli che mi sento di dare ai colleghi che si accingono a redigere la propria tesi è di selezionare un tema che sentono “vicino” e a cui sono realmente interessati, così da rendere più semplice il lavoro.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Per la stampa ho scelto la rilegatura in similpelle cuoio di colore blu. Volevo un prodotto elegante e dall’aspetto professionale.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Sceglierei il corso altre mille volte.
Ho avuto la fortuna di capire quale fosse la mia strada e ho fatto di tutto per perseguirla. La definisco fortuna poiché è esperienza comune tra i miei coetanei capire di non sapere dove si vuole andare e quale percorso intraprendere. Mi auguro che tutti possano sentirsi liberi di cambiare idea senza subire le pressione del “dovere”.
Io stessa ho iniziato l’università con qualche anno di ritardo perché a 19 anni non avevo chiaro quale direzione avrei voluto prendere; non è mai troppo tardi.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Mi auguro di non risultare presuntuosa, ma non ho consigli per la me stessa di cinque anni fa. La mia la mia carriera universitaria è iniziata in ritardo rispetto ai miei compagni e questo ha fatto sì che desiderassi fortemente fare ciò che stavo facendo.
Ho goduto di ogni esperienza e ho assorbito ogni nozione, approfittando al massimo di ciò che riuscivo a fare in ogni momento. Ho percorso la mia strada ricordandomi sempre che oltre l’università c’è la vita, e talvolta la seconda prevale sulla prima.
Anche Antonella ha posto al centro della sua tesi la figura del caregiver, leggi qui.