Silvia Del Negro e la sua Storia di Tesi

Interventi di prevenzione del Burnout sono parole entrate a pieno titolo nei nostri vocabolari. Ma forse non troppo nelle nostre pratiche…

Stare male non è mai facile. Avere una malattia oncologica… ancora meno. Non solo per chi ce l’ha ma anche per coloro che gli stanno a fianco e per gli operatori sanitari che se ne prendono cura. E prendersi cura di chi cura è fondamentale secondo Silvia Del Negro.

Università Cattolica del Sacro Cuore – Master Universitario di Secondo Livello in Psiconcologia

Titolo: “Il burnout e le difficoltà emotive degli operatori sanitari in oncologia. Un’esperienza pratica”

Autore: Silvia Maria Luisa Del Negro

La mia tesi di master tratta del burnout in oncologia.

L’interesse dell’argomento nasce circa dieci anni fa durante un mio ricovero in ospedale e la scelta definitiva è nata grazie alla collaborazione di un progetto si supervisione per gli operatori sanitari presso l’ospedale in cui sto svolgendo il mio tirocinio post laurea.  

Le conclusioni a cui sono arrivata è che purtroppo in Italia, nonostante tutti gli operatori sappiano cosa sia la sindrome di burnout, non c’è uno screening vero e proprio, e non esistono spazi “strutturati” per prendersene cura, se non progetti temporanei.  

Mi piacerebbe poter fare ricerca su questo argomento perchè ritengo che prendersi cura di chi cura sia fondamentale, e spero di poterlo fare facendo la ricercatrice o la formatrice in ambito sanitario.

Sono contenta della scelta del master perchè mi ha permesso di avere nuovi spunti di riflessione, ma credo che nella psicologia, come in altre materie, non ci sia mai fine al sapere.

A chi prepara la tesi direi di darsi un tempo per i vari passaggi, e di non preoccuparsi se se prima di stenderla hanno una piccola bibliografia perchè più articoli si leggono, più se ne trovano e spesso il lavoro si modifica in corso d’opera.  

Il mio percorso di studi mi ha portato a conseguire la laurea in psicologia clinica, il master in psiconcologia quindi una branca specifica della psicologia clinica.

Con i miei studi oggi potrei lavorare sia come clinico, che come ricercatore che formatore in ambito sanitario, e credo che in realtà questi tre aspetti siano strettamente collegati o lo debbano essere.

Sono soddisfatta del mio percorso di studi anche se a volte è stato difficile soprattutto perchè ottenuto un risultato bisogna cominciare un nuovo percorso.

A tutti quelli che lo vorrebbero intraprendere dico di rifletterci bene perchè è un percorso che con i 5 anni universitari non si chiude, anzi inizia forse proprio da lì.

Condividiamo al 100% questa ultima parte. Talvolta noi universitari ci facciamo l’illusione che, avendo studiato come dei somari durante la scuola, la laurea in mano ci conferisca “l’immunità da formazione ulteriore”. Mai errore più grande! Resteremo sicuramente delusi se queste sono le nostre aspettative. Il nostro percorso di formazione continua dopo la laurea, e si intensifica dato che si spera sia un aggiunta ad un bel lavoro che rispecchi perfettamente la nostra formazione universitaria. L’università ci prepara ad un terreno di corsi di formazione e specializzazione che potrebbero risultare infiniti… 🙂 Buon viaggio!

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