Quando si sente parlare di economia ci sono quelli a cui si illuminano gli occhi e poi c’è tutto il resto del mondo. A Luca Favero sicuramente si illuminavano gli occhi mentre scriveva queste parole sulle aziende venete. Vi riproponiamo qui integralmente la sua intervista per Storie di Tesi.
Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali “M. Fanno”
Titolo: GOVERNANCE ED INTERNAZIONALIZZAZIONE: Analisi di società venete con partecipazioni estere
Autore: Luca Favero
Di cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi tratta una raccolta di dati (ottenuti tramite Banca Dati AIDA) di natura finanziaria e non, con lo scopo ultimo di rappresentare il comportamento medio di una società di capitali con sede legale in Veneto.
Le caratterisitiche analizzate vanno dal tipo di struttura di governance adottata (quindi, come viene governata internamente la società, le relazioni tra i soci azionisti e il consiglio di direzione, chi controlla chi in sostanza); il metodo di finanziamento (si predilige l’indebitamento con le banche oppure si preferisce ottenere il finanziamento necessario all’attività tramite l’investimento dei soci, oppure un mix dei due con le relative percentuali?).
Ultima caratteristica analizzata: l’approccio delle società di capitali venete con l’Internazionalizzazione e con le realtà locali, tramite lo studio delle partecipazioni sociali detenute in Italia e nel resto del Mondo e lo studio della composizione della compagine societaria (ci sono azionisti italiani, esteri, in che quantità?) al fine di indagare quale fosse l’idea internazionale delle società locali non necessariamente quotate.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
L’esperienza di stage svolta presso la Confartigianato Asolo Montebelluna mi ha sicuramente dato una spinta verso l’analisi del tessuto imprenditoriale del territorio (dato che tale associazione cura i rapporti con le imprese locali, adempimenti contabili e fiscali, fornisce corsi di formazione per gli imprenditori e di aggiornamento).
Altro punto, il fatto che il territorio italiano sia considerato un territorio pieno di quella artigianalità e capacità di fare impresa che ci viene invidiato dal Mondo, e che troviamo espresso nei numerosi brand “made in Italy”, dal luxury brand al mobile, sino a componenti meccaniche, cibo etc. Questi sono alcuni dei motivi che mi hanno convinto a studiare la ricchezza del nostro territorio: l’imprenditorialità italiana, soffermandomi su quella veneta.
I risultati ottenuti hanno tuttavia dimostrato come la logica che porta a definire certi comportameti (perché scelgo un determinato modello di governance, perché decido di finanziarmi solo con debito o con un mix di debito e equity, o perchè decido di investire all’estero, etc.) sia in alcuni casi estremamente differente tra una società e l’altra.
Da qui, le conclusioni che ho tratto dimostrano un comportamento diverso tra le società analizzate, in termini di finanziamento ed azionariato (minore la diversità nella scelta del modello di governance, per una semplice motivazione di natura giuridica). Le ragioni sono molteplici e vanno dalla mission aziendale, la storia e la cultura in cui si formano le società, ma anche dal contesto competitivo entro cui si sviluppano e soprattutto derivano dal tipo di attività svolto dalla società stessa.
Uno degli aspetti più accomunanti riguarda l’opinione circa l’internazionalizzazione: poter colpire più mercati possibili con il “Made in Italy”, ma anche usufruire di vantaggi fiscali e minor costo del capitale umano.
Quindi internazionale è la parola vincente, solo per quanto riguarda l’export.
Nonostante siano numerosi i brand italiani acquisiti da holding estere, le società venete mostrano una certa riluttanza alla presenza di capitale straniero, con i suoi pro e contro: da un lato impoverimento culturale e finanziario delle nostre aziende, dall’altro un maggior controllo locale, dato dimostrato anche dal fatto che tali aziende sono per lo più a conduzione familiare e difficilmente vengono cedute volentieri).
Rimangono tuttavia interessanti alcuni casi estremi che dimostrano come moltissime società differiscano dal comportamento medio considerato, dimostrando tendenze controccorente (non dobbiamo sorprenderci, dato che le capacità delle nostre aziende è proprio quello di essere differenti per storia, cultura aziendale e mission, cercando di raggiungere l’identità in un mondo omologato).
In futuro continuerai ad approfondirlo?
Il percorso di studi magistrali che sto affronatando mi sta arrichendo di materiale e strumenti che studiano e ricercano l’essenza dell’azienda, inteso come insieme di fattori produttivi compreso il capitale umano. Per cui, spero proprio di approfondire questo progetto, andando magari a valutare certi indici delle migliori aziende e compararle con aziende simili nel contesto mondiale (competitors).
Pensi che la tesi ti sarà utile per il tuo futuro professionale, e in che modo?
Sicuramente l’aver cercato di analizzare l’ambiente industriale veneto, seppur in maniera ancora da migliorare, mi sarà di grande aiuto per una sorta di tirocinio nel mondo dell’analisi aziendale. Certo non escludo altre possibili carriere, dato che ho sempre cercato di tenermi più porte aperte proprio per garantirmi maggiori possibilità in futuro, anche attraverso la scelta di corsi universitari trasversali al mio.
Quale consiglio daresti ad un collega laureando per preparare la sua tesi?
La tesi della laurea triennale è sicuramente una delle sfide più impegnative, ma anche più gratificanti, della mia vita finora. Una delle tue prime pubblicazioni su un argomento a cui ti senti particolarmente legato e che vuoi approffondire autonomamente. Sicuramente ci saranno momenti di sconforto (il relatore non risponde alle mail, la bozza dei capitoli non va bene, etc). Non scoraggiatevi, cercate di dare il meglio. Prendetevi le dovute pause e rilassatevi. Ah, non bevete troppi caffè.
Altro consiglio che mi sento di dare è quello di essere sempre curiosi, su qualsiasi argomento, cercando di mantenere qualsiasi opportunità aperta. Parla uno che si è diplomato come perito in elettrotecnica ed automazione e laureato in economia e management. Per cui, c’è sempre tempo per scoprire nuove passioni. Non dobbiamo essere troppo esclusivi, cerchiamo di mantenere ampie le aspettative. Tutte le esperienze, dall’istruzione al lavoro, dagli hobbies alle uscite con gli amici, andranno a definire ciò che siamo e saremo. Quello che voglio dire è di non tralasciare nulla, nemmeno le relazioni sociali.
Il tuo corso di laurea che figura professionale forma? Dove potresti lavorare?
Il corso di laurea a cui sono iscritto permette di occupare posizoni all’interno delle aziende in ambito amministrativo-finanziario, con la possibilità di ricoprire svariate cariche o professioni. Diciamo che mi piacerebbe molto fare l’analista finanziario, vedere in quali aziende investire, gestire portafogli di titoli, analizzare l’andamento di gruppi di società, etc.; per cui, un impiego presso qualche società che gestisca fondi, dalla raccolta all’impiego, mi sarebbe congeniale.
Sceglieresti di nuovo il corso che hai frequentato?
Diciamo che se tornassi indietro avrei sicuramente fatto altre scelte di vita, però questa è una scelta di cui sono pienamente certo.
Preferirei, tuttavia, un corso di laurea più elastico e flessibile, che riduca il piano di studi prefissato a qualche materia portante e garantendo una maggiore facoltà nella scelta degli opzionali, per darti la possibilità di creare un corso ad hoc per studente.
Cos’altro dire se non in bocca al lupo da parte di tutti noi a Luca che ha tutte le caratteristiche per vivere intensamente ogni scelta 🙂
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Guardando con attenzione la foto di Luca abbiamo ritrovato anche un’altra nostra conoscenza di Storie di Tesi. Ecco qui la Storia di Giada Fonsato 🙂 Che la vostra amicizia vi accompagni nella vita!