Le patologie tumorali rappresentano uno dei grandi drammi del nostro secolo. Il tumore è un nemico subdolo, a tratti misterioso, che ogni anno causa migliaia di morti in tutta Italia.
A fare le spese di questa patologia, accanto ai diretti interessati, sono i familiari. Gli effetti del cancro si riflettono con forza sull’intero nucleo familiare del malato, sconvolgendo la vita di tutti.
Antonella Pavoncelli, neo laureata nella facoltà di Infermieristica del Piemonte Orientale, ha dedicato la sua tesi di laurea proprio a questo aspetto: il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al caregiver del paziente con patologia neoplastica.
Il progetto di Antonella è nato in seguito a un tirocinio in Hospice, durante il quale, come spiega lei stessa, «Ho notato che l’assistenza infermieristica era diversa rispetto all’assistenza erogata in ospedale; tutto era incentrato sul benessere del paziente e della famiglia; ogni giorno veniva fatta una riunione per valutare la situazione del paziente e dei suoi familiari». Da qui la scelta di approfondire il tema del caregiver, focalizzandosi sull’assistenza infermieristica nei confronti del familiare.
Il cancro, spiega la neo laureata, «è una malattia che non si limita al paziente ma colpisce anche il familiare. La cura effettuata dal caregiver non si limita solo alla salute fisica: deve confrontarsi con sentimenti e stati d’animo come tristezza, irritabilità, ansia, depressione, riportati dai membri stessi della famiglia. Il caregiver è la persona, di solito un familiare che aiuta giorno per giorno a curare il paziente con il cancro. Quando un familiare non è disponibile, amici, colleghi di lavoro, possono acquisire questo ruolo».
Per questo, bisogna monitorare e ottimizzare il benessere del caregiver stesso, che può essere influenzato da diversi fattori: l’ambito psicologico, fisico, sociale, spirituale e finanziario.
Infatti, spesso il caregiver trascura i propri bisogni per mettere al primo posto le esigenze del paziente. Data l’importanza del ruolo del familiare, la salute di quest’ultimo diventa di primaria importanza: se le condizioni del paziente peggiorano e aumenta il carico assistenziale, lo stress del caregiver si intensifica e la qualità della sua vita viene compromessa.
Spesso ci sono caregivers che hanno più di un ruolo nella loro vita: alcuni sono anche genitori, nonni, quindi con altre persone da accudire, e di conseguenza il carico assistenziale aumenta.
Per poter gestire al meglio una simile situazione, il caregiver (magari familiare) ha bisogno di un’adeguata preparazione che lo aiuti a soddisfare al meglio i bisogni del paziente, con delle competenze tra cui supporto psicologico, assistenza fisica, sociale e spirituale.
Questo tipo di sostegno può diminuire l’ansia e la depressione del membro della famiglia, aiutandolo ad essere più positivo e ad avere un maggior controllo della situazione. In questo particolare momento della vita, il ruolo dell’infermiere è molto importante, in quanto egli deve confrontarsi con le necessità sia del caregiver che dello stesso paziente, imparando a gestire una comunicazione che sia il più possibile aperta.
Il lavoro di Antonella ha contribuito a comprendere e valorizzare l’importanza che rivestono le persone che assistono un malato, anche all’interno della famiglia. La sua tesi rappresenta un documento molto prezioso, attraverso il quale identifica un approccio basato sul modo di porsi di fronte al paziente, dove il supporto medico comprende sia la somministrazione di farmaci che un vero supporto psicologico ed emotivo.
Complimenti ancora ad Antonella per aver saputo affrontare e sviluppare con professionalità e intelligenza un argomento davvero importante e complesso. Un tema che, come lei stessa ha sottolineato, spera di poter continuare ad approfondire nel futuro della sua carriera.
La storia di Antonella fa parte del progetto #StoriediTesi: puoi leggerle tutte a questo link! A proposito, scopri la tesi di Alessia Marchesi sul Disturbo post traumatico da stress!