I disturbi alimentari, come anoressia e bulimia nervosa sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita delle persone.
Annalisa ci parla della sua tesi dove ha deciso di applicare un modello matematico per analizzare l’andamento del numero di malati di questi disturbi alimentari.
Autore: Annalisa Dettori
Università degli Studi di Verona – Facoltà di Scienze e Ingegneria
Corso di laurea in Matematica Applicata
Titolo: Un modello epidemiologico di anoressia e bulimia.
Di che cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi tratta lo studio di un modello matematico che descrive l’andamento del numero di malati di anoressia e bulimia nervosa all’interno di una popolazione.
Perché hai voluto toccare questo argomento, che conclusioni hai tratto?
Ho scelto questo argomento, per la delicatezza del tema e perché mi sono sorpresa molto nel vedere che anche malattie che riguardano la psicologia umana possono essere trattate come malattie a carattere infettivo.
Quale consiglio daresti a un collega laureando per preparare la sua tesi?
Il mio consiglio, in caso si abbiano dei dubbi, è quello di rivolgersi sempre al relatore. Se non si ha la possibilità di risolvere subito il problema, è meglio fermarsi un attimo e accantonarlo per affrontarlo poi a mente fredda. Prima o poi la soluzione arriverà.
Che rilegatura hai scelto per la tua tesi e perché?
Ho optato per una rilegatura in tessuto glicine con le scritte argento, perché è il colore simbolo della lotta contro i disturbi alimentari.
Sceglieresti di nuovo il corso di laurea che hai frequentato?
Ho frequentato l’Università di matematica applicata e lo rifarei mille volte.
Se potessi tornare al tuo primo giorno di università, quale consiglio daresti al te stess* dell’epoca?
Direi a quella ragazza che il percorso scelto sarà molto impegnativo e all’inizio sarà molto dura. Ma le direi anche di non mollare e di non abbattersi davanti alle difficoltà perché le soddisfazioni arriveranno e ripagheranno tutti i sacrifici fatti.
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