Le università telematiche hanno aperto le porte dell’istruzione superiore a chi, per un’infinita serie di ragioni, non aveva la possibilità di frequentare le lezioni. I servizi di e-learnig e di tutorato online hanno reso possibili realtà come Unicusano, Uninettutno, eCampus e molte altre (per saperne di più leggete qui).
Ma dal prossimo anno accademico non sarà più così per tutti: Psicologia e Scienze dell’Educazione non saranno più erogate in formato telematico.
Ha fatto molto discutere il Decreto Ministeriale n. 1171 del 23/12/2019 in cui sono state date nuove indicazioni sulle linee di indirizzo della programmazione triennale 2019-2021. Tra queste, la notizia bomba che esclude Psicologia e Scienze dell’Educazione dai corsi di studio frequentabili in modalità telematica.
Già a luglio 2019 il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) “ha approvato un importante documento sullo Standard Formativo per la Professione sanitaria di Psicologo, nel quale tra l’altro si affermava la necessità del superamento delle lauree telematiche, assolutamente incompatibili con la natura sanitaria della professione”.
E sarebbe proprio questa la ragione del cambio di rotta per Psicologia e Scienze dell’Educazione: essendo considerate professioni sanitarie, dovrebbero essere erogate, secondo il MIUR, solo in modalità tradizionale (con un massimo del 10% di erogazione a distanza).
Una grande perdita per le università telematiche che potranno solo garantire agli studenti iscritti negli anni precedenti al decreto di conseguire il titolo.
“implicitamente come non sia dignitoso studiare in un ateneo telematico, come non sia dignitoso non poter frequentare un ateneo statale o privato con lezioni frontali obbligatorie, come non sia dignitoso non avere la possibilità di farsi mantenere dai genitori per poter decidere del proprio futuro e autodeterminarsi.”
L’istruzione può davvero essere considerata bene comune, libera e aperta a tutti? Voi cosa ne pensate?