Mens sana in corpore sano: si potrebbe così riassumere l’obiettivo dei CUS, i Centri Sportivi Universitari.
Per capire quali sono i valori veicolati da queste associazioni, abbiamo intervistato due rappresentanti del CUS dell’Università degli Studi di Bergamo.
Si tratta di Stefano Tomelleri (T), docente UniBg delegato del Rettore con ruolo di Presidente del Comitato per lo sport universitario e Alessandro Poerio (P), che nel Comitato rappresenta gli studenti.
Quando nasce CUS e quali valori vuole promuove?
T: Il CUS Bergamo è nato il 2 ottobre 1971 come centro sportivo dell’Università degli Studi di Bergamo per la pratica, la diffusione ed il potenziamento dell’educazione fisica e dell’attività sportiva universitaria. Il CUS promuove la salute e il benessere dell’equilibrio psico-fisico, contestualmente agli ambienti di vita, di studio e di lavoro.
Ci piace parlare di cultura dell’attività fisica perché vogliamo valorizzare tanto lo sport quanto i principi etici che lo animano. Possiamo dire che qualità e sicurezza dei servizi, livello tecnologico degli impianti, attenzione all’ambiente, qualificazione del personale, etica sportiva e correttezza dei comportamenti sono le nostre prerogative.
Oltre all’adozione uno stile di vita sano e attivo, è importante anche il proseguimento della disciplina sportiva agonistica. L’Università non vuole assolutamente mettere lo studente atleta difronte a una scelta.
Determinazione, socialità e disciplina sono valori che caratterizzano tanto l’agonismo quanto la carriera universitaria.
L’Ateneo incoraggia gli studenti-atleti promuovendo Dual Career: un programma che aiuta a conciliare la duplice carriera d’atleta e di studente.
Tra le agevolazioni ci sono esenzioni dal pagamento delle tasse e dei contributi universitari per meriti sportivi, tutorati, accesso alla foresteria e agli impianti del CUS. Questo programma, promosso dall’Unione Europea, ad oggi è inserito solo in una decina di Università italiane, ma noi siamo gli unici ad applicarlo su tutte le discipline sportive e a renderlo accessibile anche ad atleti con disabilità.
Quali sono gli obiettivi che avete raggiunto fino ad ora? Che progetti avete per il futuro?
T: In termini numerici ci siamo superati: possiamo contare oltre 6000 utenti, 98 istruttori qualificati. Puntiamo a un costante miglioramento della fruibilità, della qualità, dell’offerta del Centro.
Ovviamente quando parliamo di miglioramento intendiamo anche quello strutturale che significa offrire un Centro sicuro e costantemente rinnovato (macchinari, corsi, attrezzi). Nel 2015 abbiamo ampliato gli spogliatoi e la sala fitness, sistemato l’area verde e il parcheggio e creato una pista coperta di 200 metri per la corsa. Non ci fermiamo qui, a fine 2019 avremo un ulteriore ampliamento della sala fitness con strutture per gli atleti con disabilità. Un piccolo passo per rendere ancor più attrattiva una struttura già libera completamente da barriere architettoniche.
P: Siamo riusciti a creare un “ponte” per collegare gli sportivi Unibg con gli studenti di Milano ed il resto della Lombardia, puntando a creare tornei che accolgano studenti di ogni università lombarda. Questo progetto, Milano Sport Challenge, ha visto la partecipazione di numerosi studenti a tornei di calcio, basket e volley. Ci piacerebbe portare anche a Bergamo questo format di tornei universitari.
Che consiglio dareste agli studenti?
P: Lo sport è un alleato importante per lo studio: qualsiasi disciplina aiuta ad equilibrare studio e divertimento (oltre a regalarvi un fisico ed una salute da veri duri!). La scusa di non avere tempo non esiste: lo sport richiede poco tempo e tanta passione per se stessi e gli altri. Quindi, ragazze e ragazzi, divertitevi!
T: Sono d’accordo. Aggiungerei solo che la pratica sportiva può essere un ottimo modo per socializzare e stringere nuove amicizie, soprattutto per chi è al primo anno di Università.