La tesi di laurea è un’occasione di sfruttamento dello studente oppure è un’opportunità per lo studente?
È Lunedì. Ricomincia la settimana. E rieccoci qui in mezzo ai moltissimi articoli che in questo giorno parlano di università (tra errori grammaticali e premi di laurea… ce n’è per tutti i gusti).
Mi imbatto in 2 lettere in Italians, sezione del Corriere della Sera tenuta da Beppe Severgnini.
Domanda e risposta (indiretta) tra un laureando e un docente universitario.
Il laureando mette in luce come “nella maggioranza dei casi, svolgere un elaborato significhi lavorare gratuitamente per il relatore e i suoi dottorandi o post-dottorandi, a cui fa comodo sfruttare (perché di sfruttamento si tratta) il lavoro altrui per aumentare il numero di articoli scientifici pubblicati (spesso senza nemmeno includere il nome del povero laureando).”
E per concludere il giovane laureando si interroga sul fatto che sarebbe interessante avere delle statistiche sul tempo necessario per la stesura di una tesi (e su questo siamo d’accordo anche noi… potrebbe aiutare anche i futuri laureandi nell’organizzazione del proprio lavoro di tesi!).
Il docente risponde (con toni forse un po’ sarcastici) cercando di mettere in luce le differenze tra le tesi di dottorato e le tesi di laurea (le tesi di dottorato ovviamente richiedono più tempo di elaborazione e un differente approccio alla materia basato molto sulla ricerca e sulla collaborazione con un team di ricercatori piuttosto che di un lavoro del singolo; le tesi di laurea magistrale invece sono un approfondimento su tematiche che potrebbero essere di interesse del relatore). Il docente afferma con convinzione che l’impegno dei docenti universitari verso gli studenti è decisamente aumentato negli anni (e ci pare più che giusto!… ma non sempre è così!).
Riassumo quello in cui crediamo noi:
- La tesi di laurea o di dottorato è un lavoro di collaborazione tra studente e relatore, ma è opera intellettuale dello studente (e non del relatore). Spetta al relatore il rispetto dei diritti ma spetta anche allo studente il compito di informarsi in tal senso. Nulla vieta che le due parti si accordino perchè il relatore utilizzi il lavoro del laureando (cosa che tra l’altro può essere molto utile per il laureando per farsi conoscere e/o per rendere il proprio lavoro più noto nell’ambito di interesse) a patto che il docente riconosca pubblicamente la proprietà intellettuale (ad esempio mettendo anche il nome del laureando in eventuali pubblicazioni oppure, molto più frequente, nelle dispense che prepara per altri studenti e che contengono contenuti della tesi del neolaureato
Tutte le tesi rientrano nelle cosiddette “opere creative” e pertanto vengono tutelate dalla Legge sul Diritto d’Autore: Legge 633/1941:
“sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione; sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con Legge 20 giugno 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell’autore.”
Chi crea l’opera è il suo autore, senza mezzi termini. Nulla possono pretendere il relatore, il correlatore e altri.
Quali sono i diritti del laureando?
_ Diritti MORALI (non trasmissibili): ovvero il diritto alla paternità dell’opera, all’integrità dell’opera, alla pubblicazione
_ Diritti di UTILIZZO (possono essere ceduti in parte): ovvero il diritto di utilizzare l’opera per fini economici e/o patrimoniali (gratuitamente o dietro pagamento, in qualunque caso solo tramite accordo contrattuale scritto tra le parti)
2. Tutte queste considerazioni si riversano poi sulle responsabilità del laureando, a nostro modo di vedere, che deve preparare un lavoro in cui è garantita la NON presenza di PLAGIO di altre opere e in caso di pubblicazione va riconosciuto pubblicamente il contributo alla tesi del relatore e di eventuale correlatore. In verità il lavoro di tesi probabilmente nella maggior parte dei casi non sarebbe la stessa cosa senza il contributo e le correzioni dei relatori!
Quindi… la verità sta sempre un po’ nel mezzo. Non ci dev’essere lo “sfruttamento dello studente” per le pubblicazioni (se pubblicate i nostri lavori… mettete almeno il nostro nome a fianco al vostro!), nè tantomeno la pretesa da parte dello studente di vedersi riconosciuto come esclusivamente proprio un lavoro svolto a più mani (come può essere ad esempio quello per le tesi di ricerca del dottorato).
Su una cosa siamo sicuramente d’accordo con il docente: fare una tesi di laurea non è come ritirare un pacco. Ci vuole impegno, tempo, passione, LAVORO. Ed è un lavoro che va fatto per bene e seguito con cura da parte di tutte le persone coinvolte. Se prestiamo poca attenzione a questo, il titolo di studio che raggiungiamo con questo lavoro perderà sempre più valore. Siamo noi per primi, come studenti, a dovergli dare il giusto valore e onore (oltre al giusto sudore per prepararlo!).
La tesi di laurea o di dottorato, in generale il lavoro conclusivo di un percorso, costa fatica ma è una grandissima opportunità di crescita!
Buon lavoro a tutti i laureandi!!!