Ci sono cose che capitano spesso, altre che succedono solo mentre stai scrivendo la tesi. E non sono piacevoli.
Abbiamo preso in prestito 3 titoli dal mondo del cinema: vediamo in quale vi riconoscete!
La rivolta delle macchine
Hai un portatile che è stato tuo fedele compagno per anni. Con lui hai conosciuto eterne nottate dedicate all’ennesima serie tv, ha sopportato estenuanti sessioni di chat di 7 ore, hai trascritto gli appunti che ti hanno passato sottobanco e hai fatto ricerche per gli esami. Non ha mai dato un segno di cedimento, non ha mai avuto un problema.
Due giorni dopo l’inizio delle tua tesi di laurea, si spegne all’improvviso per non riaccendersi mai più. Senza nessuna causa apparente o un motivo concreto. Il tuo adorato pc, fedele destriero di tante battaglie, ti saluta per sempre, lasciandoti nella disperazione più nera. Dovrai fare un’ardua scelta: pagare l’affitto o acquistare un nuovo pc?
Da qui nascono i casi più eclatanti di studenti clochard.
Mamma non ho salvato la tesi
Hai una versione di Word non originale, come il 90% degli studenti italiani. Hai preso il keygen da un amico smanettone, che a sua volta lo aveva ricevuto dal fratello di un amico della sorella di un informatico.
Il tuo Word viaggia che è una bellezza, mai un difetto, mai una noia. Mentre stai affrontando le ultime due righe del capitolo, Word sparisce.
Puf.
Word non c’è più. Al suo post, la schermata del tuo desktop, con quella bella fotografia fatta durante le vacanze d’estate.
Cerchi di ripristinare il programma. Al terzo tentativo, ci riesci.
Con la tua schermata di Word, è andato via anche l’intero capitolo.
Che tu non avevi salvato.
Cominci a imprecare come se non ci fosse un domani, maledicendo ogni informatico del pianeta, focalizzando la tua attenzione su un certo Bill Gates che ritieni particolarmente responsabile.
Mamma non ho ri-salvato la tesi
mi sono trasferito a Bangkok
Variante della versione precedente: va via la luce e il pc si spegne. E tu non avevi salvato.
Quel capitolo ti sta costando molta fatica, ma sta venendo su perfettamente. È il tuo fiore all’occhiello. Al confronto, la teoria della relatività di Einstein è una barzelletta. La profondità delle cose che hai scritto farebbe imbarazzare qualunque filosofo, e lo stile che hai usato renderebbe Baricco ed Hemingway dei dilettanti che nemmeno su Apprentice.
Poi, il blackout.
La luce sparisce.
In un attimo, capisci tutto: la stufetta, maledetta. Proprio lei, che avrebbe dovuto salvarti dal gelo della tua camera e tenerti compagnia per le tue ultime righe. Accenderla insieme a scaldabagno, forno e ferro da stiro non è stata una grande idea.
Ti maledici, ma non è nulla.
Il secondo pensiero ti fulmina, lasciandoti fermo là, come una lontra imbalsamata.
LA TESI.
Non avevi salvato. E le possibilità che Word lo abbia fatto in automatico sono più remote del trovare del cibo fresco nel tuo frigo.
Il tuo capolavoro esisterà solo nei tuoi sbiaditi ricordi, sinché non lo ricostruirai.
PS: perché Bangkok? Perché è un posto lontano, esotico e molto diverso dall’Italia. Il posto dove tanti studenti vorrebbero andare piuttosto che scrivere ancora la loro tesi.
La leggenda del Re relatore
Il tuo relatore non risponde mai. E con “mai” non si intende un eufemismo. Il suo ultimo feedback è di sei mesi prima, e il penultimo di un anno fa.
Allora cerchi di capire, di arrivarci da solo.
Cominci a coltivare l’idea che il tuo relatore sia partito in gran segreto per lo Zimbawe e possa utilizzare internet con il contagocce, pena l’esclusione dalla prestigiosa missione di cui fa parte. Una volta rientrato, sarà tutto per te.
Certo, dovrà prima fare i conti con una banda di super cattivi che vuole conquistare il mondo. Potrà contare solo sulla sua forza, sulla conoscenza delle arti marziali sapientemente sviluppata in anni di addestramento in Afghanistan e su un costume mascherato che lo protegge e contribuisce a dargli dei superpoteri.
Insomma, non sarà facile, ma prima o poi potrà darti una mano.
Nel frattempo potrai contare sul correlatore, che seguirà tranquillamente il tuo lavoro insieme a quello degli altri 328 tesisti che gli sono stati assegnati.
Qual è l’antidoto a tutto questo? Semplicemente, non c’è.
Ma possiamo abbiamo un’idea per uno dei momenti più difficili: la stampa della tesi. Risolvete ogni problema usando questo sito! Sono fortissimi, rapidi, hanno dei feedback ottimi e ci hanno permesso di scrivere questo post 😉