Lauree ad honorem? Ce n'è per tutti!

È di questi giorni la notizia che il 27 novembre 2015 l’Università degli Studi di Pavia assegnerà la laurea honoris causa in Scienze Politiche a Napolitano. E allora ci siamo chiesti cos’è in concreto questa “laurea ad honorem”.

La laurea honoris causa viene assegnata, annualmente, ai personaggi di spicco che hanno dato un contributo speciale alla società o ad un determinato settore.
Il nome affibbiato arriva diretto dal latino e significa “laurea a scopo di onore”.

Una laurea honoris causa è un “titolo accademico straordinario, assegnato ad un individuo come riconoscimento alla propria esperienza e conclamata competenza in un determinato campo del sapere, pur senza aver dato gli esami richiesti per conseguirla”.

Ma vale come una laurea?

Esatto. Non è legato allo studio ma ha lo stesso valore legale della laurea sudata dagli studenti universitari. Conferisce il titolo di dottore al neolaureato e consente di insegnare in università la materia relativa (dopo il necessario iter accademico).

Alcuni sostengono che servano solo per dare “fama” all’ateneo. E chi se la dimentica la laurea ad honorem a Vasco Rossi in Scienze della Comunicazione rilasciata dalla IULM? Quantomeno il dubbio viene. Poi noi patteggiamo per Vasco in Università… mica male come docente! 🙂

Come funziona? 

Disordinatamente. Ogni facoltà di un ateneo universitario può conferire annualmente la laurea ad honoris nel suo settore specifico. È soprattutto un riconoscimento socio-culturale per personaggi che hanno prodotto opere, pubblicazioni o avuto risultati degni di nota in un particolare ambito.Poiché non esiste un vero e proprio regolamento, i criteri per conferire la laurea honoris causa sono a discrezione dei singoli atenei.

Questa tradizione pare risalire al Medio Evo, quando le istituzioni ritenute di elevato livello, decisero di conferire delle lauree ad honorem come segno di rispetto a quelle persone che venivano ritenute onorevoli oppure come ricompensa per la donazione di fondi, terre, o altri regali fatti alla comunità.

L’istituzione di questo titolo onorifico (come lo conosciamo oggi) risale al 1933, in particolare all’articolo 169 del regio decreto 1592. Si tratta di una disposizione attribuibile a Vittorio Emanuele III, che ha regnato dal 1900 al 1946. Nello stesso decreto si legge – precisamente all’articolo 331 – che i rettori delle università sono autorizzati a conferire a titolo d’onore la laurea o il diploma agli studenti militari caduti in guerra e agli studenti che, dopo la guerra, sono caduti per la redenzione della patria e per la difesa della vittoria. 

Quindi… vi lasciamo immaginare quanti laureati “honoris causa” ci sono! Google riempie una moltitudine di pagine!

La laurea honoris causa viene consegnata in una cerimonia ufficiale e il neolaureato deve poi sostenere un discorso sull’ambito di interesse. Quindi una grande festa e un’occasione per un altolocato discorso di fronte ad una serie di professoroni universitari perfettamente bardati con l’abito d’ordinanza (che solitamente odora di naftalina perchè utilizzato solo in queste occasioni).

Chissà di cosa parlerà Napolitano a Pavia il prossimo 27 novembre? E chissà se qualcuno gli canterà la famosa canzoncina che va tanto di moda anche nello storico ateneo pavese: “Dottore, dottore, dottore…. bip bip bip”? Restiamo in trepidante attesa!

 

 

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