Fabrizio Rinaldi è filmmaker pugliese, laureato al DAMS Cinema di Bologna. Ha lavorato come Supervisore agli Effetti Visivi ad Henry di Alessandro Piva; ha scritto, diretto e montato Io, Bologna dipendente, vincitore del primo premio nel contestNext stop: Bologna e fatto tante altre cose, tra cui scrivere una tesi di laurea sulla famosa serie tv Breaking Bad.
Una lavoro davvero interessante che ha deciso di mettere a disposizione di tutti sul web, potete leggerla a questo link.
Leggendo la sua tesi (e la sua storia) ci siamo detti: Fabrizio merita davvero un’intervista.
E allora eccola qua, tutta per voi.
Ciao Fabrizio, come mai hai scelto Breaking Bad come argomento della tua tesi?
Ciao Claudio, prima di tutto grazie per avermi proposto di partecipare a questa intervista. È passato tanto da quando ho scritto questo lavoro e mi fa piacere che trovi ancora qualche lettore.
Avevo molti dubbi sulla scelta dell’argomento per la tesi, e sono stato indeciso addirittura fino a quando non sono sceso di casa, a Bologna, per andare a ricevimento dal relatore. Avevo intenzione di scegliere una serie TV, visto il mio amore per questo tipo di prodotto, quindi in autobus, con un taccuino in mano, ho cominciato a sfogliare mentalmente le serie TV che avevo visto fino ad allora.
In quel periodo mancava poco all’inizio della seconda metà dell’ultima stagione di Breaking Bad, che avevo amato fino a quel punto, così quando mi venne in mente, andando a ricevimento, capii che avevo scelto. È una serie complessa, stilisticamente ricca e originale, un’opera che amavo fin da quando vidi per caso il primo episodio; insomma un lavoro perfetto per essere elaborato in una tesi.
Quali aspetti hai voluto far emergere nel tuo lavoro?
Ho voluto far emergere tutto. Ovviamente si fa ironia, però l’intenzione era sicuramente quella di coprire il più possibile ogni aspetto della serie, tralasciando il lato più prettamente tecnico e produttivo. Della serie mi hanno sempre colpito molti elementi su livelli disparati; molti dei miei ragionamenti, per esempio, sono scaturiti dalla mia fascinazione per l’ambiguità dei personaggi e il modo in cui scrittura e direzione li hanno raccontati.
Secondo te, a cosa è dovuto il successo di questa serie?
Questa è la domanda da un milione di dollari, o euro. Gran parte del suo successo scaturisce dalla popolarità del suo protagonista: Walter White, un personaggio che si potrebbe descrivere come egocentrico e spregevole, come viene fuori soprattutto verso la fine della serie, eppure col quale tanti hanno empatizzato o che perlomeno hanno visto in lui una figura affascinante.
La serie si è spesso concessa (fortunatamente, dico io) tempi lunghi, dilatati, almeno per gli standard dello spettatore medio, ma l’opera ha una “coolness” irresistibile che ha fatto diventare questo prodotto un fenomeno di cultura mainstream. Oggi non è raro, infatti, vedere magliette con il “logo” di Heisenberg e gadget di ogni tipo—e mi chiedo quanti degli indossatori abbiano davvero seguito con attenzione tutta la serie.
Tante battute sono state sapientemente scritte per essere citate, tante situazioni costruite per rimanere impresse nella memoria, tanti colpi di scena per avere un impatto così forte da meritare milioni di condivisioni.
La genialità degli autori è stata quindi proprio quella di essere riusciti a creare un prodotto di qualità ma pop, un lavoro stratificato e complesso ma cool, violento al punto giusto, visivamente (e acusticamente) d’impatto. È un mix quasi perfetto di tutto quelli che gli spettatori desideravano in un drama televisivo nel momento in cui è andato in onda.
3 serie tv che consiglieresti a tutti?
3 sono poche! Il mio consiglio è: guardatene molte. Sarebbe scontato infatti dire quello che ormai si ripete da anni, che la scrittura televisiva ha raggiunto e in molti casi superato il livello di quella cinematografica. Guardare serie TV significa capire come e cosa si racconta oggi.
Cercando di evitare i titoli più scontati, consiglio di vedere: Hannibal, una serie potente, cruenta ma poetica, con scrittura, regia, interpretazioni e fotografia di altissimo livello; è davvero difficile non innamorarsene. Per alleggerire un po’, ma fino a un certo punto, direi anche The Good Wife, che continua a sfornare una quantità impressionante di episodi di grande televisione. Infine consiglio di dare un’occhiata all’ultima fatica di Steven Soderbergh The Knick, l’ennesima dimostrazione che l’autorialità in senso stretto è ormai sbarcata in televisione.
Cos’hai fatto dopo la laurea?
In realtà quello che ho fatto dopo è iniziato prima, mentre mi laureavo (sì, sono masochista). Ho lanciato infatti nel luglio 2013 una campagna di crowdfunding per realizzare Encounter, un cortometraggio fantascientifico. Durante i tanti mesi successivi ho lavorato sodo per completare il budget e mettere in piedi una produzione, spostandomi nel frattempo da Bologna, dove ho studiato, a Foggia, dove vivo. Ora, finalmente, sono vicino alle riprese del film.
Il sogno più grande per il futuro.
Fare questo cortometraggio sarà la fine di un percorso molto lungo e faticoso, ma sarà anche l’inizio di molte altre cose, probabilmente altrettanto se non più faticose. Il mio “sogno” è continuare a fare tutto questo, a farmi venire idee e lavorare per farle diventare realtà.
Ma credo che questa ambizione sia condivisa da tanti, è spero che nessuno si lasci abbattere dai tanti muri sui quali ci si scontra per realizzare qualsiasi cosa in questo Paese, e anche altrove.
Io non li chiamo sogni, li chiamo progetti, perché quando dico che ho “il sogno” di fare un film, o una serie, sento che non sto costruendo nulla.
I sogni li faccio di notte, di giorno mi rimbocco le maniche e mi circondo il più possibile di persone che, come me, amano quello che fanno e amano fare le cose per bene.
Dalle frasi finali emergono l’attitudine e la mentalità vincente che caratterizzano Fabrizio, che ringraziamo ancora per la disponibilità: un vero talento che continueremo a seguire. Seguitelo anche voi su Facebook e Twitter e sul suo sito personale.
Avete scritto una tesi di laurea particolarmente brillante o conoscete qualcuno che l’abbia fatto? Contattateci sui social che trovate qui sotto, saremo felici di raccontare la vostra storia!
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