A caccia delle fonti della tesi di laurea

Eccoti qui. Ti stai trasformando in un topo da biblioteca pur di finire la tesi di laurea e inserire tutte le fonti in tempo.

Ormai sei entrato a pieno titolo nella categoria del laureando disperato e hai superato il primo stadio di questa mutazione scoprendo a tue spese come sopravvivere allo stress per la tesi di laurea.

Ma se adesso il tuo corpo ti sta lanciando strani segnali e stai pian piano cedendo alla tentazione di fagocitare le pagine della bibliografia… non farlo!

C’è un modo migliore per superare questo momento di crisi: fai come Indiana Jones e gettati alla ricerca delle fonti perdute! 😉

A caccia delle fonti della tesi di laurea: un'avventura alla Indiana Jones!
A caccia delle fonti della tesi di laurea: un’avventura alla Indiana Jones!

Trasformati in un piccolo Indiana Jones: supera gli ostacoli senza paura!

Come Indiana Jones finisce arenato nelle sabbie mobili durante la corsa verso la Città dell’Oro, così tu ti sei ritrovato bloccato tra l’inserimento di una nota a piè di pagina e la creazione dell’inidce analitico.

Niente panico! A tutto c’è rimedio… fai un bel respiro e leggi attentamente i nostri suggerimenti!

I 3 scivoloni da non fare nella citazione delle fonti

1. Non citare fonti di seconda mano in modo approssimativo.

Partiamo dal presupposto che sarebbe meglio non citare mai fonti che non siano dirette. Ma, ovviamente, non è sempre possibile. In questi casi dobbiamo quindi mantenere intatta la correttezza scientifica applicando una di queste due soluzioni:

A. Citiamo la fonte primaria che contiene l’informazione e, in secondo luogo, la fonte secondaria da cui noi l’abbiamo presa.

  • ESEMPIO: C. Smith, Chomsky and Bees, Chattanooga, Vallechiara Press, 1966, p. 56 (citato da Sandrelli, Il linguaggio delle api, Milano, Gastaldi, 1967, p. 45).

B. Citiamo la fonte secondaria da cui noi abbiamo attinto l’informazione e, in secondo luogo, la fonte primaria che la conteneva.

  • ESEMPIO: C. Sandrelli, Il linguaggio delle api, Milano, Gastaldi, 1967, p. 45 (riporta Smith, Chomsky and Bees, Chattanooga, Vallechiara Press, 1966, p. 56).

2. Non fornire fonti per nozioni di universale conoscenza.

Se vuoi risalire a tutti i costi a “chi ha detto cosa” in ogni situazione, rischierai di scivolare in un buco nero senza ritorno. 😐 È importante riuscire a scindere ciò che ha bisogno di avere una fonte e ciò che invece non ne ha.

In generale tieni a mente una verità assoluta: tutto quello che rientra nell’insieme “nozioni di universale conoscenza” non necessita di una fonte.

  • ESEMPIO: Napoleone è morto a Sant’Elena (tralascia di scrivere che l’ha detto Ludwig).
  • ESEMPIO: I telai meccanici hanno segnato l’avvento della rivoluzione industriale (tralascia di scrivere che l’ha detto Marx).

3. Non attribuire ad un autore un’idea che egli riporta come altrui.

Anche in questo caso è bene fare attenzione al modo in cui un concetto ti viene presentato. Devi sempre rispettare il modo in cui la tua fonte parla dell’informazione.

A. Citazione di un concetto che non viene condiviso dalla tua fonte

  • ESEMPIO: Nell’articolo di Tizio (che è la tua fonte) si parla di come Caio sostenga la campagna politica di Sempronio.

B. Citazione di un concetto che viene condiviso dalla tua fonte

  • ESEMPIO: Nel suo articolo, Tizio (che è sempre la tua fonte) condivide il pensiero di Caio sulla necessità di sostenere politicamente Sempronio.

Complimenti! Onore al tuo spirito coraggioso! Adesso che sei arrivato alla fine di questa avventura e hai sistemato nel modo corretto tutte le tue fonti… non ti resta che prepararti per il grande giorno!

Dai un’occhiata al nostro articolo Discussione della tesi? Gli errori da evitare!

In bocca al lupo 😀

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