Accento o non accento? Breve ripasso di grammatica

Accento o non accento?

La grammatica italiana è ostica. Lo dicono tutti. Ma la tesi di laurea o la tesina di maturità non sono il momento giusto per mostrare debolezze su questo punto.

Quindi meglio fare un po’ di ripasso.

Cosa sono gli accenti

Gli accenti sono dei segnetti che paiono insignificanti. Ma non lo sono. E possono mettere in difficoltà nella scrittura. In italiano servono per capire come una parola va letta. L’accento indica la vocale della sillaba che viene pronunciata con maggiore forza.

Nella lingua italiana esistono accenti grafici e fonici. L’accento fonico lo mettiamo durante la pronuncia delle parole e il grafico durante la scrittura. Praticamente tutte le parole hanno l’accento  ma, nella lingua italiana, di norma non viene scritto nelle sillabe interne a meno che non siano parole che si possano confondere con altre.

 

L’accento deve essere presente nei seguenti casi:

  1. Quando l’accento cade sull’ultima sillaba (parole tronche o ossitone): perché, chissà, giovedì, laggiù, università (ci raccomandiamo di non usare l’apostrofo per questa parola: accento e apostrofo non sono la stessa cosa!), caffè, più, ciò, può ecc.

2. Nelle parole monosillabe quando il significato di queste parole cambia a seconda della presenza dell’accento:

l’accento va messo su… l’accento non va messo su…
dà (terza persona indicativo del verbo dare): Mi  euforia da (preposizione): Vengo da Bergamo
dì (il giorno): La sera del  della tesi di (preposizione): È amico di Matteo
è (verbo essere): È laureata (congiunzione): tesi proclamazione
là (avverbio di luogo): vai là  la (articolo o pronome): La pizza, la mangi?
lì (avverbio di luogo): Troviamoci  li (pronome): Non li vedo
 (congiunzione negativa): non ho  fame  sete ne (avverbio o pronome): Me ne vado; te ne importa?
 (pronome): Chi fa da  fa per tre, è pieno di se (congiunzione): Se ti laurei, avvisami
sì (affermazione): , ce l’ho fatta! si (pronome): Si lava ogni giorno
 (la bevanda): Una tazza di  te (pronome): Dico a te!

 

  • Le parole “blu”, “re” e “tre”, quando entrano a fare la parte delle parole composte vogliono l’accento: gialloblù, viceré, ventitré ecc.;
  • Alcuni monosillabi possono essere (invero solo teoricamente) confondibili, ciononostante non devono essere accentati; ci riferiamo, per esempio, a: fa (terza persona del presente indicativo del verbo fare e nome della quarta nota musicale), do (prima persona del presente indicativo del verbo dare e nome della prima nota musicale) e mi (pronome personale indiretto di prima persona e nome della terza nota musicale)
  • Altri monosillabi che devono essere accentati sono ciògiàgiùpiùpuò e scià
  • Alcuni, quando il pronome  è seguito da stesso medesimo, tralasciano di indicare l’accento, perché in questo caso il se pronome non può confondersi con se congiunzione: se stesso, se medesimo. Noi, però, consigliamo di indicare l’accento anche in questo caso, e quindi di scrivere sé stesso, sé medesimo
  • Per quanto riguarda la parola su, è meglio scriverla sempre senza accento: “Venite su!”
  • Scrivete do (prima persona del presente indicativo di dare) e soprattutto sto (prima persona del presente indicativo di stare) sempre senza accento: “Ti doragione”, “Sto qui ad aspettarti”. Qualcuno mette l’accento sul verbo do, per distinguerlo dalla nota musicale: ma nessuno confonderebbe questi due do, così come nessuno confonde i due re!
  • La stessa indicazione vale per fa sta (terze persone del presente indicativo di fare e stare) e per gli avverbi qui qua, che non devono mai avere l’accento.

3. Nelle parole polisillabe quando l’accento può aiutare ad evitare ambiguità di significato. Questo uso dell’accento comunque è molto raro. Per esempio:

  • Loro càpitano > il capitàno
  • Tu desìderi > i desidèri
  • I principi > i princìpi
  • Sùbito > subìto.

Accento grave o acuto?

Come avete notato l’accento grafico ha due forme: «´» accento acuto (segno che va dal basso verso l’alto) e «`»accento grave (segno che va dall’alto verso il basso). Le due varianti indicano i suoni chiusi e aperti.

Cominciamo con la regola più semplice: à, ò, ù, ì – si scrivono sempre con l’accento grave alla fine di una parola nel caso che l’accento cada sull’ultima sillaba (università, virtù, buondì, però).

La lettera “е” si può scrivere sia con l’accento acuto é che con l’accento grave è.

È con l’accento grave  viene scritto nei seguenti casi:

  • verbo “essere” nella terza persona singolare: è (la tastiera del mio pc imposta automaticamente questa opzione… la tua?);
  • nelle parole: caffè, narghilè, tè;
  • nei nomi: Noè, Giosuè;
  • nelle parole: cioè, ahimè, ohimè, piè

É con l’accento acuto  viene scritto nei seguenti casi:

  • nel passato remoto: poté, ripeté ecc.;
  • nelle parole composte da “ché”: perché, affinché, benché ecc.;
  • nelle parole tronche di due o più sillabe: caffè, città, Perù, virtù, servitù, ecc.
  • nelle parole composte da “tre”: ventitré, sessantatré, trentatré ecc.;
  • nelle parole composte da “re”: viceré ecc.;
  • in alcune parole monosillabe: sé, né, ché ecc.;
  • nella parola mercé (lett. Aiuto, pietà, grazia. Es.: сhiedere mercé – chiedere
    aiuto, pietà, grazia)

Se vogliamo che il nostro scritto sia impeccabile, dobbiamo rispettare queste differenze: soprattutto se non scriviamo a mano e si parla della nostra tesi di laurea distinguiamo fra la é e la è: sulla tastiera c’è un tasto apposta per questo!

 

Una regola su tutte: mai confondere l’accento con l’apostrofo

In alcuni casi occorre il primo, in altri occorre il secondo. Classico errore è po’, termine che richiede l’apostrofo; è un grave errore scrivere pò.

Va usato l’apostrofo e non l’accento nelle forme dell’imperativo presente della terza persona singolare dei verbi andare (va’ e non ), dare (da’, giusto invece dà nel caso di indicativo presente), dire (di’ e non  che è un sostantivo che significa giorno), fare (fa’) e stare (sta’ e non stà)…

In conclusione quando preparerai ad esempio il frontespizio della tua tesi ricordati sempre di accentare nel modo corretto la parola università.   Non ci va l’apostrofo. Ci vuole l’accento.

Se non sai come farlo perchè ad esempio vuoi scrivere in maiuscolo la parola, eccoti qui un ultimo trucchetto per tastiera di computer Macintosh:

alt + shift + c/v/b/n/m = Á/É/Í/Ó/Ú
alt + shift + w/e/r/t/u = À/È/Ì/Ò/Ù

Dai un’occhiata qui se non hai un pc Macintosh… E grazie Wikihow! 🙂

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