Note a piè di pagina? No panic!

“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, chè la diritta via era smarrita.” Poi, come un miraggio, incontrai… le Note a piè di pagina! 🙂

Nella selva oscura delle note: orientarsi grazie alla priorità di informazioni

La prima cosa da tenere a mente è che le informazioni contenute nelle note non sono prioritarie. Esse infatti hanno il compito di aggiungere spiegazioni accessorie rispetto al tema principale del discorso.

Il lettore può quindi tranquillizzarsi e dedicarsi liberamente alla lettura della frase o del paragrafo dall’inizio alla fine, senza interrompersi inutilmente e rischiare così di perdere il filo del discorso.

Metabolizzata questa grande verità, abbiamo quindi sfatato un mito: si può aspettare di arrivare al punto per assorbire l’informazione contenuta nella nota!

Le 3 tipologie di note: a piè di pagina, a fine capitolo, a fine libro

Il mondo delle Note è un vero e proprio universo: molto più vasto per tipologia di quello che si crede ma anche meno difficile da gestire di quello che s’immagina!

Termini come “Cfr.”, “Vd.”, “Ibidem”, “Ivi” affollano le pagine della nostra tesi: ma siamo sicuri di conoscere e padroneggiarne il significato? Niente panico! Con questa semplice panoramica saremo in grado di veicolare le informazioni nel modo corretto e comunicare al lettore esattamente quello che deve conoscere.

Per capire dove collocare la nota, dobbiamo valutare a cosa serve, cioè capire qual è la sua funzione principale.

  • Nota a piè di pagina: immediatamente visibile dal lettore, contiene riferimenti bibliografici essenziali, brevi osservazioni o chiarimenti utili all’immediata comprensione del testo.
  • Nota a fine capitolo: posizionata in questo punto, fa capire al lettore che contiene informazioni da approfondire in modo più specifico; può infatti contenere ulteriori rimandi bibliografici.
  • Nota a fine libro: è opportuno collocare in questa zona quelle note contenenti osservazioni tematiche con riscontri ampi, che si possono integrare con approfondimenti mirati in appendice.

Le note bibliografiche

Devono contenere i seguenti elementi, inseriti rispettivamente con questo ordine:

  1. Iniziale puntata del nome dell’autore
  2. Cognome per esteso dell’autore
  3. Titolo dell’opera scritto in corsivo
  4. Edizione – ovvero città, editore e anno di edizione
  5. Pagine dove trovare il passo riportato

Esempio:

(1) T.W. Adorno, Il fido maestro sostituto, Torino Einaudi 1982, pagg. 44-46

Se, nella pagina corrente, citiamo la stessa opera e le stesse pagine, basterà scrivere: (2) Ibidem.

Se, nella pagina corrente, citiamo la stessa opera ma ci riferiamo a pagine differenti: (3) Ivi, pagg. 76-80

Se invece ci riferiamo alla stessa opera citata nelle pagine precedenti, scriveremo: (4) Op. cit. pag.82

Per avere consigli su come orientarsi nel mondo della bibliografia, leggi il nostro articolo Bibliografia tesi di laurea: come scriverla (e qualche esempio).

Lo stile delle note: esponente numerico o numero tra parentesi?

Incredibile ma vero, il concetto non cambia! Non esiste una regola in questo senso, l’importante è:

  • mantenere una numerazione progressiva che si azzeri all’inizio di ogni nuovo capitolo
  • formattare il testo della nota in modo che abbia un corpo minore – di almeno un punto – rispetto al contenuto principale
  • strutturare il paragrafo della nota in modo che non contenga capoversi

Se ti servono consigli di scrittura, puoi leggere il nostro articolo su Come scrivere la tesi: corpo e capitoli.

Per avere altri suggerimenti utili per la stesura della tesi, dai un’occhiata alla nostra sezione Guide tesi di laurea.

Buon lavoro! 🙂

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